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dilaniato dai denti di Cerbero e se sarò oggetto del ghigno di Ade. Non mi è dato conoscere se il tuo amore mi ha mondato dalle scorie dell’esistenza e così purificato possa assurgere ai Campi Elisi, all’ameno soggiorno degli spiriti pii, là dove “ogni affanno cessa” là dove “comincia l’estasi di un’immortale amore” presso di te Liliana.

Perché tu certamente vivi oltre la morte, in una dimora serena, abitata dagli eletti, in un luogo di delizie, che ti affranca dalle sofferenze terrene. Tu creatura della luce e non del buio, del sole e non della notte profonda ed eterna, hai meritato un luogo di bellezze sovrannaturali e mi auguro che le pene, l’intimo dolore, la disperazione da me patiti per il tuo distacco trovino compenso nell’altra vita, nell’immensa gioia del tuo incontro.

Tu vivi ormai l’esistenza di una vita nell’aldilà, nell’Olan habah (nel mondo che viene), io in un presente terreno di sofferenze e di difficoltà in attesa di essere, come te, riportato in vita in un mondo perfetto.

 

Non mi è concesso sapere su quale palcoscenico si reciterà la trama della morte.

Forse il solenne giudizio sarà tenuto al cospetto di Osiri, sovrano e giudice dell’oltretomba e le Mê-e, le dee della rettitudine mi introdurranno nell’ampia sala del tribunale. Vedo il mio cuore collocato su un piattello della bilancia, mentre sull’altro è riposta la piuma di struzzo come peso a misurare la mia dirittura morale.

Vedo Hôro a testa di falco e il dio Anubi a muso di sciacallo che controllano inflessibili e scrupolosi e Thout che mette per iscritto il risultato.

Sarò meritevole di recitare la confessione di non aver giammai contravvenuto ai principi virtuosi del bene e dell’onestà?

Nafs (anima coranica) avrà vinto le impulsioni del male che la sollecita; è tranquilla o mi rimprovererà e mi biasimerà per il male commesso?

Come risponderò al Munkar e Nakir?

Subirò il dolore cocente della punizione o la beatitudine del premio fino al giorno della   risurrezione Qujama?

Chi potrà mai conoscere tra i vivi la sorte dell’anima distaccata dal corpo; chi potrà conoscere cosa ci attende oltre l’esistenza mortale?

La vita terrena è forse la preparazione ad una vita più alta?

E’ bello immaginare ciò che della morte pensano i cinesi: I defunti si raccolgono nel Palazzo Celeste, nell’Orsa Maggiore custoditi da Orione. Dopo la tua morte, Liliana, nelle notti terse ho spesso osservato il Gran Carro e ho immaginato che tu sia li, la stella più lucente tra le “Efelidi della notte” come amavi definire quegli astri. Ricordi?

 

Notte stellata

 

Stelle,

efelidi della notte,

vaghi astri del cielo

che illuminate cirri lontani

con tremuli sprazzi di luce…

 

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About the Author Gianfranco Pasanisi

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La speranza è il sogno di chi é sveglio. (Aristotele)
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