Salve! Vi piacciono le favole?

Mi è stato detto che qui si può scrivere ciò che si vuole, l’importante è non offendere nessuno. Nei vostri ricordi sicuramente ci sono tante favole, e tutte finivano …”vissero felici e contenti”. Ma vi siete mai chiesti cosa è successo dopo?

Mi sono permessa di sconvolgerne una, spero di non offendere la sensibilità di qualcuno, nel caso questo dovesse succedere, c’è sempre la  possibilità di cancellare.

                                                     BIANCANEVE E I SETTE NANI

Quel bacio si era rivelato un vero miracolo! Al suo risveglio, Biancaneve, si ritrovò tra le braccia di un  principe, bello come il sole e ricchissimo. Il principe viveva in un favoloso castello, e fu lì che condusse la sua amata, facendole mille promesse di futura felicità.

Biancaneve, guardandosi attorno , notò tutto quello sfarzo e i tantissimi camerieri  e maggiordomi che, inchinandosi, pendevano dalle sue labbra, pronti a soddisfare ogni suo desiderio.

“Ma vuoi vedere”, pensò, “che finalmente la mia vita cambierà?”

“Matri, cchi sugnu cuntenta, a facciazza da me matrìa ca si senti a cchiù bedda do munnu! CCà, finarmenti puozzu fari a signura  ppiddaveru . Ppi prima cosa m’accattu ‘nsaccu di robbi novi e mi lievu di ‘ncouddu sti pagghiazzi, duoppu mi fazzu arrialari ‘munsieddu di gioielli, e poi mi fazzu purtari tutti i siri a ballari. Chista sì ca è vita! Ma speriamu ca nuddu si menti ‘nta testa , compresu mo maritu , ca m’ana cumannari di santa raggiuni pircchì a ragiuni ju a pierdu  ‘nta secunnu, m’abbastaru a mo finta matri e i me du’ surastri! Si ppoi viru a mala ‘mbagghiata vor diri ca  mi nni tuornu di unni vinni ”. (1)

La principessa era così contenta che volle strafare! Telefonò alla sua amica Cenerentola  , pregandola di  partecipare, insieme al suo principe, ad una sfarzosissima festa in maschera nel suo castello. Quella volta si fece anche prestare le sue scarpette, non scarpe qualsiasi, ma quelle di vetro (a Biancaneve erano sempre piaciute tantissimo quelle scarpe uniche al mondo), già sapeva che non  le avrebbe mai restituite perché, sbadata com’era, Cenerentola ne perdeva continuamente una, che poi, per fortuna, veniva ritrovata da un servo.

Continuando ad inseguire i suoi sogni  e riflettendo sulla sua precedente vita , soprattutto quella legata al periodo di convivenza con i sette nani, si rese conto che non era poi stata una gran vita. Tutti i giorni si doveva occupare di loro; cucinare e pulire per  i nani era stata una faticaccia enorme , e , tirchi com’erano, non le avevano mai regalato un diamante.

Sì, la sua vita futura, sarebbe stata sicuramente meravigliosa.

Passano gli anni e, tra alti e bassi, il principe e la principessa (che non si era voluta sposare ma aveva optato per la convivenza), avevano messo al mondo sei pargoletti.

Ma neanche i principati, purtroppo, sono esenti dall’inflazione galoppante, l’aumento dei prezzi era salito alle stelle, così, da un giorno all’altro, il principe diede l’ordine di stringere la cinghia, niente più vestiti, niente serate di gala , niente più gioielli e, a tal proposito, comunicò alla principessa che, per forza di cose, alcuni dei suoi gioielli importanti dovevano essere venduti.  L’entusiasmo di Biancaneve cominciava a scemare, quella nidiata di bambini la faceva impazzire, doveva sempre stare dietro a loro che si ricorrevano dappertutto, non solo, da quel momento in poi, sempre dietro ordine del principe, doveva fare a meno anche della baby sitter .

Trascorso ancora qualche anno ecco che le cose iniziarono a mettersi proprio male.

“Stringere la cinghia” era diventato  il “pane quotidiano”; non tutte le stanze del castello potevano essere occupate , quelle utilizzabili si erano ridotte a tre a pianoterra dove vivevano,  in precedenza,  alcuni domestici che erano stati licenziati; un bagno soltanto per tutti e niente luce elettrica (la corrente elettrica aveva raggiunto costi esorbitanti) , soltanto candele!

Il povero principe non sapeva più dove sbattere la testa per risolvere i problemi quotidiani. A causa di un pazzo furioso di uno Stato vicino al suo regno, era scoppiata la guerra, così i prezzi di gas, luce, affitti e derrate alimentari, erano schizzati alle stelle. I sudditi, che fino ad allora avevano pagato le tasse puntualmente, colpiti anche loro dal dramma austerity, non versavano più il dovuto alla casa regnante; a questo punto al  Principe, non restò altro da fare che vendere tutti i suoi beni, compresi i gioielli della regina madre (ancora viva e senza pensione), e le scarpette di vetro di Biancaneve.

Da quel momento il Principe si alzava prestissimo e, zappa in spalla, andava nei campi e piantava tutto ciò che era possibile per il sostentamento della sua famiglia composta da nove persone.

Biancaneve non ne poteva più soprattutto dopo l’arrivo dei sette nani che, ormai ridotti in povertà assoluta ( la miniera si era esaurita e i diamanti accumulati non li voleva comprare nessuno), pensarono bene di farsi ospitare al castello.

Così, un bel giorno, l’ex principessa, alle primi luci dell’alba pensò bene di scappare nel bosco e di non fare più ritorno . Voleva stare il più lontano possibile da quel castello e da quella famiglia scalcagnata!

Cammina cammina, sperando di ricordarsi la strada e guardandosi a destra e a manca, non intravide quello che stava cercando e cioè la casa di marzapane di Hansel e Gretel; soltanto così avrebbe soddisfatto il suo bisogno di cibo. Non trovando niente attorno a sé giunse alla conclusione che i due fratelli, della casetta di marzapane , non avevano lasciato neanche una briciola.

Biancaneve si era quasi arresa, quando, in lontananza, intravide cappuccetto rosso, si mise a correre per raggiungerla sperando che la bimba, nella sua saccoccia, avesse ancora qualche focaccia destinata alla nonna . Cappuccetto rosso, non senza una smorfia,  svuotò le sue tasche che erano completamente vuote, si era mangiato tutto lei.

“E la nonna?” chiese Biancaneve.

“La nonna è stata mangiata dal lupo, la sua casetta adesso è vuota e io ho chiuso a chiave e torno dalla mia mamma” rispose cappuccetto rosso.

Dopo quella notizia  Biancaneve quasi esultò.

Bene, disse tra sé e sé, la casa della nonna ha trovato una nuova inquilina!

Con tutto il fiato che aveva in corpo si mise a correre ( sperando che qualche famiglia di extracomunitari venuta da paesi lontani non l’avesse già occupata), e  ben presto raggiunse la casa, sfondò la porta e si insediò lì dentro. Si sentiva felice, niente schiamazzi, niente suocera, niente figli né principe, né tantomeno nani !

La casa, così come la nonna l’aveva lasciata, era pulitissima e ricca di mobili antichi con  una camera da letto meravigliosa che non doveva dividere con nessuno, un bel bagno tutto per lei, un camino grande e tanta legna accatastata.  

Sì, Biancaneve aveva trovato tutto quello che cercava, da quel momento in poi  si sarebbe goduta il silenzio del bosco, il cinguettio degli uccelli e le notti stellate. E il cibo? Biancaneve era una brava cacciatrice e con la lupara che aveva trovato in quella casa , sicuramente,  si sarebbe procurata tanta cacciagione che nel bosco non mancava, da arrostire nel camino.

Così, finalmente, visse felice e contenta!  

 

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