Scritto da Carmen Cantatore. Pubblicato in Prosa il 02 Ott 2022.
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Salgo le scale silenziose, un gradino dopo l'altro il buio mi accoglie, mi avvolge.
Dove un tempo risuonava il sordo ronzare dei computer, ora il silenzio regna indisturbato.
Dove l'ombra capitolava dall'alba al tramonto ora capitola ogni luce.
Dove il chiacchiericcio al telefono e tra voi ragazzi cadenzava il mio muto andare per casa ora è l'assenza, presenza inquietante.
Parlo da sola.
Ascolto e l'attesa si fa pietra.
Frecce del mio arco scoccate nel futuro, andate!
Portate lontano ciò che ho affidato al tempo e allo spazio.
Sarete semi germogliati e fruttiferi dentro il solco della vita che ad ogni stagione rinnoverà d'Amore.
Non siete più "fiori della mia pianta" sarete rami nodosi e piegheranno verso terra sotto il peso dell'Amore.
Non siete più soli...
Non siete mai stati soli, io vi ho seguito, osservato, in silenzio ho spiato le vostre tracce, ho ascoltato, ho sbagliato, ho ammirato, trepidato, tremato, disperato e molto altro ancora...
D'Amore...
A distanza di anni nuova vita torna a colmare i vuoti
Ora, per un po’, fenditure e solchi graffiano il silenzio, l‘ombra e la solitudine.
È tornata parte della vita il cui germoglio sta premendo per manifestarsi fuori dal suo involucro tondo, frutto dell’Amore.
Io, fragile scorza del seme che fu e spettatore attonito, resto in attento ascolto.
Frantumerai l’involucro come miriadi han fatto prima di te, ti proporrai al mondo con tutta la tua fragilità e la tua caparbia pretesa di vita!
Entrerai di prepotenza nel vissuto quotidiano e sarà l’unica prepotenza che, come molti prima di noi, accoglieremo con strepitosa esultanza!
Carmen Cantatore
95 851 97
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