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Scritto da Giuliano. Pubblicato in Prosa il 06 Set 2017.
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ESPERIENZE...


L'aia della vecchia fattoria era brulicante di animali, polli, conigli, anatre; nell'angolo più lontano c'era il recinto dei maiali, e, quasi al centro dell'aia, un bellissimo cigno troneggiava su tutti.
Era bello il cigno, teneva la testa ritta guardando tutti dall'alto al basso, gonfiava le sue candide piume per apparire ancora più imponente.
Nell'angolo, seminascosti, chiusi nel loro recinto, i maiali si davano alla pazza gioia, grufolavano, si rotolavano nel fango, si divertivano. A loro non importava niente degli altri animali e nemmeno gli altri li degnavano di uno sguardo, tantomeno l'impettito cigno.

Passavo ore da bambino a guardare e giocare con gli animali, mattina e sera aiutavo o nutrirli, durante la giornata giocavo a rincorrerli, gettavo il bastoncino al cane che me lo riportava, accarezzavo i mici che facevano le fusa, non c'erano giocattoli se non quelli intagliati da mio padre e costruiti con i pezzi di legno rimasti dalla lavorazione per costruire attrezzi per la casa o per lavorare i campi.
Non riuscivo ad avvicinarmi al cigno, ogni volta che ci provavo lui alzava la testa più alta di me, ed emetteva uno strano e stridente suono che mi infastidiva le orecchie, ricordo che mi chiedevo spesso perché un animale così bello avesse una voce tanto brutta, ma non me ne importava più di tanto.
I maialini invece mi avevano accettato; più di una volta le presi di santa ragione da mia madre per essermi sporcato del loro fango ma erano simpatici e non riuscivo a starci lontano, come erano divertenti, se la passavano bene, non avevano esigenze particolari, erano spensierati e vivaci.

Un giorno assistetti ad una strana situazione, il cigno leggero e maestoso stava volando sopra la fattoria, e, volteggiando per arrivare a planare nel centro dell'aia urtò con la punta dell'ala l'asta del parafulmine situata sopra la stalla, perse quota, sbatté le ali per riprendere il volo, non ci riuscì e piombò con un tonfo proprio al centro del recinto dei maiali, nel fango che usualmente loro usavano per divertirsi.
Lentamente si alzò in piedi stridendo con tutta la sua voce possente mentre i maiali gli si fecero attorno osservandolo e grugnendo. Le candide piume del cigno erano completamente sporche di fango, e nonostante cercasse di riprendere un'aria dignitosa e pulirle, manteneva un aspetto ridicolo.
Visto che la situazione non migliorava si calmò e i maiali gli si avvicinarono, sembrava parlassero assieme: (*)
- come sei fortunato - gli dissero
- io fortunato? - rispose il cigno - non vedete come sono ridotto?
- Ti ripulirai - continuarono - ma almeno tu hai fatto un'esperienza nuova.
- E questa sarebbe un'esperienza?
- Certo! Tu sai volare e adesso sai anche come si sta nel fango... noi purtroppo non riusciremo mai a sapere come si sta volando...
- Vedi come sei fortunato?.

-----

(*) - (traduzione personale per chi non capisce il linguaggio degli animali)

L.L.


Giuliano

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