(Dialogo demenziale ma non troppo)

 Scena: Una camera d’albergo

LUI (imbarazzato) = << Sono confuso, disorientato, smarrito, frastornato.

Non volendo, mi sono trovato in una situazione, seppur piacevole, assai incresciosa. Pertanto mi scusi, mi discolpi, mi assolva, mi scagioni, mi perdoni, mi condoni, mi giustifichi, mi capisca, mi intenda…

 La prego di comprendermi… La invoco, la supplico, la imploro… Non mi fraintenda… Non travisi, non distorca, non falsi, non alteri, non deformi…

Si compenetri in me...E’ stato solo, unicamente, esclusivamente, tipicamente,  inconfutabilmente, chiaramente, nettamente, un imperdonabile equivoco.

 Faccio ammenda… V’è stata da parte mia leggerezza, ingiustificabile negligenza, una ambiguità. Non me ne voglia! Mi creda: è accaduto perché al buio l’ho scambiata per mia moglie>>.

 LEI (conciliante) = << Non si angusti, non si affligga, non si preoccupi, non si addolori, non si tormenti, non si rattristi. Succede …Sono cose che accadono. Può capitare a chiunque di sbagliare camera d’albergo. Suvvia! Non si deprima, non si demoralizzi, non si sconforti, non si avvilisca, non si intristisca, non si schernisca. Sono, anch’io, caduta in un equivoco. Al buio l’ho scambiata per mio marito>>.

 LUI (mortificato) = << Allora! Mi perdona?>>

 LEI = (cedevole) << Si… Perdonato! Perché non dovrei?>>

 LUI = Si abbottona la camicia, si annoda la cravatta, s’infila i calzoni, indossa la giacca. Le porge la mano: << E’ stato un piacere!>>

 LEI = Stringendogliela compiaciuta dopo essersi rimessa la vestaglia da notte:<<E’ stato un piacere anche per me, grazie. A rivederla >>

 LUI = << A rivederla, signora. Ove lo voglia, sarò lieto di rincontrarla >>.

 Esce. (Cala il sipario)

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