<<Signor Ispettore,che io sia distratto lo sanno tutti.
Soprattutto lo sapeva bene lei, sventurata vittima della mia distrazione.
Se fosse ancora qui, me ne scuserei, ma, ahimè…, non è più.
Vi racconto come avvenne.
Eravamo a bordo della mia macchina, guidavo io.
Patentato da cinquant’anni era giusto che guidassi io… Anche se lei, devo ammetterlo, era più brava di me. …nel criticare chi era al volante.
Lei presumeva di conoscere il Codice della Strada più di quanto non lo conosca io >>.
Di questo gliene avrei dato merito se solo fosse stata ancora tra noi.
Mi diceva: «sorpassa sulla corsia delimitata dalla striscia gialla, non dare la precedenza alla macchina che viene da destra, non ti fermare allo stop. Vai più forte, altrimenti faccio tardi dal parrucchiere.»
Credetemi, ho fatto di tutto perché lei potesse essere puntuale. So bene quanto sia importante per una donna il suo coiffeur pour dame. E quanto una donna ci tenga alla puntualità… Ma solo quando va dal parrucchiere.
Più di così, però, onestamente non potevo.
E lei ancora a insistere: «Se vai così piano, scendo e prendo un taxi.»
E il taxi sopraggiunse nell’altra corsia.
«Fammi scendere». Disse lei.
Aprii la porta destra dall’interno per agevolarle la discesa… Ma, ahimè, avevo distrattamente dimenticato di fermare la macchina.
Viaggiavo in pieno centro abitato a 70 km/h.
Gianfranco Pasanisi
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