Che si parlasse di politica, che si questionasse di sport o si dissertasse su argomenti i più disparati ed importanti, Demostene TENTENNA, guardava gli astanti, ora, con aria trasognata, talvolta, con manifesto interesse, altre volte, con l’espressione indecisa e perplessa di chi non è convinto delle asserzioni o delle negazioni espresse dai colloquianti.
Quando la discussione toccava l’apice dei toni più accesi egli tacitava i presenti, alzava il dito indice in segno di chi chiede di prendere la parola e, quando tutti gli sguardi erano rivolti verso di lui, richiamava i pensieri e con manifestazione meditabonda dichiarava: Ma ... Sì … Però. Tre semplici, sintetiche parole accompagnate da inevitabile “vaffa!” degli uditori.
Un giorno, lo chiamai in disparte e spiegai che i suoi modi di fare e di dire lo esponevano a feroce critica e a ilare burla degli amici. Gli suggerii, quindi, di non seguitare più ad usare quel suo inconcludente fraseggio.
Egli mi guardò svagato, si tratteggiò sulle labbra un sorriso di sufficienza e con tono deciso mi disse: << Questo che mi riferisci non è una rivelazione; so bene ciò che, nel giro delle nostre conoscenze, si favoleggia di me. Caro amico, le opinioni, come tali, sono opinabili ed io le opino. Nelle nostre discussioni ognuno emette sentenze, asserti, postulati, congetture; ipotesi alle quali si conferisce valore assoluto. Tutti svelano verità soggettive nel tentativo di farle passare come giuste ed incontestabili, ma la verità è una sola, oggettiva e inconfutabile. Per questo, ad ogni convincimento, insinuo il dubbio rispondendo col mio: Ma… Sì…Però>>.
Condivisi il suo assunto: Però !?
Gianfranco Pasanisi
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