Poesie

 

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(Lista espansa)

Oh, se potessi riprendere fiato

 

e riuscire a fermare, il ricordo

dei giorni, che riporto in dolore

 

la misera storia, di un uomo

 

che a nulla pensava di sottostare

e comunque travolto, da un’eco

 

esile e deciso, muovo, al passo

 

lento del tempo, alimentato

dai pensieri verticali

 

vissuti, e coesi in perduranza.

 

E non riesco a pensare

riuscire l’impresa, ignorata

 

ed emergere, in giorni scomparsi

 

in albe e tramonti, nemici

del pianto, che non ritrovo

 

in sguardo che volge, confuso

nell’aria, che addentra in tempesta

 

e scuote i miei rami!

 

E non rivedo le orme, coperte di foglie

dal turbine innato

che mi vuole lontano

dal lamento dei rami, dallo spazio

 

trasformato, nell’istante in cui volge

 

come non potevo

purtroppo immaginare.

 

Rapporto che piega

 

all’amante silente, che induce 

e che so

di morte si tratta.

 

E non so chi sono.

Non riconosco il passato.

L’avermi sconfitto.

Ridotto a uno straccio!

 

Oh esistenza

 

che sconvolgi i miei sogni

creando paure

 

in un uomo

 

che vuole riprendere fiato

 

fermare il cammino

del tempo, che sposa il dolore

 

sovrastato dall’eco, seppure

 

indicato, da lieve sentire

che nulla sembra ostacolare

 

l’onda del pensiero

travolgente e vissuto

 

e riemergere a ciò che ignoravo.

 

Non c’è anima senza ombre.

In un mondo di tessere ballerine

il piede procede veloce,

inciampa,  spariglia le carte

fino a far dondolare la terra

schiantandosi poi  sulla pista

senza il passaporto da supereroe.

 

Cosa c’è dentro le biglie?

 

Sulla pista immaginaria

rotola la pallina, rotola a dismisura

trascinando con sé polveri aliene

e cibi finti masticati senza sale

nell’incomprensibile gioco  a specchio

dove il principio è già la fine.

 

Ogni fine è già un inizio.

 

Bambole di pezza sempre più in fuga,

continuano a sfogliare giorni

inseguendo  la vita

racchiusa in una  palla

che l’inquieto Dio di Abramo

non permette  vada mai in buca.

 

Bambino fermati,  per non farti male.

 

 

Sto scrivendo, sto pensando

non so quel che va emergendo

per capire ben mi scuoto

eppure in tondo giro a vuoto.

 

Incredibile la vita

relativa al nostro agire

amministri col cervello

del cervello ogni sentire.

 

Strani esseri noi siamo

d’insani sensi disponiamo?

Nei vuoti esistenziali

ricorriamo ai tribunali.

 

Della legge superata

dall’insanguinata Croce

non ricordo più la data

dal Calvario, è senza voce.

 

Dalla vita di quel tempo

siamo distanti e ben vicini

con quegli atti ti accompagni

e in quel tempo t’incammini.

 

I tempi di ogni tempo

per ogni uomo son gli stessi

uomo nuovo in ogni tempo

con la carne tempo e tempi.

 

Negli stati della mente

solo per noi realizziamo

vive l’uomo, ma per niente

se a lui, è il rimando.

 

Valutazione straordinaria

quante cose manda in aria

scardina origini stabilizzate

da secoli assecondate.

 

Versetti strani e sconsolati

senza senso sto scrivendo

non capisco cosa dico

non so cosa sto facendo.

 

Ma che strani sentimenti

senza senso sto scrivendo

pur con forma di poesia

non contesto e non contendo.

 

Senza senso son le strofe            

non mi fermo ma persisto           

scrivo e penso ad alta voce         

in ciò che scrivo non esisto.       

 

Sono senza luce

mi sento dentro il corpo

per ciò che a ciò m’induce

nello scrivere, è conforto!

 

Nei momenti più cruenti

vuoi capire del processo

ti scervelli e ti arroventi

ma sei fuori dal contesto.

 

Per la vita, ogni momento

della vita dedichiamo

per la vittoria personale

sempre in noi più c’inoltriamo.

 

Ascoltando il mal pensare

condizionato di potenza

si trascura anche la sete

ignorando l’esigenza.

 

Gira intorno con lo sguardo

segue il corpo quell’agire

l’umano vivere trasporta

senza meta ogni sentire.

 

Il ritorno del trascorso

dal cuore è sobbalzato

imperioso è nella mente

quel vissuto sconsolato.

 

Stimoli pungenti

fremiti assillanti

rielabora gli eventi

e si perde nei meandri.

 

Il percorso è proprio strano

se comprende non capisce

vede, sente ed è lontano

che vede e sente, solo intuisce.

 

Ricordi non ricorda     

nell’altro son rimasti  

dalla vita nel futuro

in gran parte evaporati.

 

Non riesce più a pensare

non ha tempo per capire

non sa più cosa fare

è scomparso da ogni ambire.

 

È scomparso dalla vita

dimensioni più non ha

si ritrova ancora in pista

ma la pista, sua sarà?

 

Dimensione fuori tempo

ritrova in ogni luogo

soffre ed al contempo

va snodandosi dal giogo.

 

E il povero uomo

dall’influenza ne è sorpreso

più libero si muove

al dispensarlo da ogni peso.

 

Immaginario uman distante

in quel vivere strabiliante

di scomparire e non ferire

il suo sentire, è dissentire.

 

Con premuroso amore

ogni momento percorrendo

di rinsavire i cuori

che stanno ora soffrendo.

 

Purificante amore

trasforma e tanto dà 

e chi sta con l'Amore

vera storia abbraccerà.

 

Malinconico e struggente

squarcio di cielo

si tinge di grazia:

 

muschi e fogliami

in giallo, arancione, marrone

tenui si adagiano sulla tavolozza

 

dei prati e sui morbidi seni

delle colline mentre brulica lieve

il vento, clown un po’ matto

 

che sinuoso gioca, veleggia

e, come turista distratto,

si posa tra i sassi

 

dove respira odore di mosto

e fieno umido di pioggia

adesso che è sera.

 

 

Cosa dovrei dirti ancora?

La navigazione ha consumato il vento

e le vele dell’albero maestro

-consunte di schiuma-

urlano dolore e morte.

Se per nasconderti allo sguardo

hai virato dalla rotta

-verso l’oscurità del cielo-

ricordati dell’ormeggio, del vispo mattino.

Non abbandonarti alla luna insonne

e attendimi oltre quel riparo;

alle maree silenziose stendi la mano

e porgi l’orecchio allo sciabordio dell’onda.

Ti attenderò un attimo ancora

 nascosto tra le pieghe del giorno

quando il cielo è fermo

e il mare calmo.

La vita:
sì, la vita
quella vera
che cos'è?
Ogni passo
è l’allungo della gamba
e mi sospinge in nuove vie.
A muoverlo son io
padrone del corpo
comandante
e pilota del passaggio
che mi avvio
in luoghi sconosciuti
e se son cieco
sordo o muto
dove sono
purtroppo non capisco.
In quel passo
verso il nuovo
m’inoltro ben deciso
per vagare in altri mondi
chiari
oscuri
comunque sconfinati
sconosciuti e mai vissuti.
Sempre
son la vita dell’umano,
eppure
in quel passaggio
e solo lì
considero il vissuto
il vissuto vero
del passaggio superato
proiettato verso il nuovo
che all'istante
vedo e gusto
se ben accompagnato
con i sensi nella luce
che per mano ognora prende
indicandomi la via.
Altrimenti cado
per gli insensati sensi
comandati dal profano
e stimolati nei miei sogni;
e cado, senza pensare
di inciampare nell'angusto.
È un programma.
Sono comandato
e non capisco
e così
allungo la gamba
e muovo
senza pensare
che proprio lì
ben si cela
l’inizio
o la fine della trama.
In quell'allungo
il futuro prospettato
può finire, oppure
muovere lontano
in sconosciuti
straordinari
luminosi mondi.
È il futuro!
Lo vivo nell'istante
e in quell'atto e solo lì
sta il presente.
E il vissuto
goduto nel passato
è limitato a quel passaggio
straordinario e delicato.

 

Se un gesto d'amore
ti fa stare bene,
pensa farne migliaia.
Dona il tuo niente per mille.

_Ti amo, vai.
_Grazie.
_Ti amo, vai.
_Grazie.
_Ti amo, vai.
_Ma un po' da mangiare?
_Ti amo, vai.


_Grazie.
_Di nulla.

In origine

 

Guardai il giorno

che ricamava al suo imbrunire

fasci di luce.

 

Ne presi un filamento

e ne feci stelle

che accesi a sera.

 

Ricordai verde prato

di vermigli fiori,

struggenti anni

di gioventù  patita

dove il tramonto

non accendeva mai colori.

 

Tornai all'azzurro mare

figlio dei miei sogni,

padre dei miei ricordi migliori

e all’ancestrale intimo  liquido

dove conobbi vita.

 

Tornai in mare aperto,

tornai all’origine

del mio universo.

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