Consumo mani dentro notti, cassetti pieni e quelli vuoti,
sulle ombre e volti incompiuti, polverosi sentieri cancellati
e mi consumo dentro la risonanza amplificata dall’ottundimento della percezione in caduta libera
che nel sonno di nessun’alba a scostare
le tende mi serve di contorno.
Macchiano di sensazione dolorosa gli errori
e le frasi fatte senza più manco lo stupore
a dare originalità al mattino.
Piatta e insensibile è questa notte
e quelle umide sempre più prospicienti
sulle quali mi affaccio per cortili inabitati
e dopo il fiume ed il fango consumo mani annaspando
e graffiando d’inettitudine subendomi.
MicolDaniels
Daniela
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