Oh, se potessi riprendere fiato
e riuscire a fermare, il ricordo
dei giorni, che riporto in dolore
la misera storia, di un uomo
che a nulla pensava di sottostare
e comunque travolto, da un’eco
esile e deciso, muovo, al passo
lento del tempo, alimentato
dai pensieri verticali
vissuti, e coesi in perduranza.
E non riesco a pensare
riuscire l’impresa, ignorata
ed emergere, in giorni scomparsi
in albe e tramonti, nemici
del pianto, che non ritrovo
in sguardo che volge, confuso
nell’aria, che addentra in tempesta
e scuote i miei rami!
E non rivedo le orme, coperte di foglie
dal turbine innato
che mi vuole lontano
dal lamento dei rami, dallo spazio
trasformato, nell’istante in cui volge
come non potevo
purtroppo immaginare.
Rapporto che piega
all’amante silente, che induce
e che so
di morte si tratta.
E non so chi sono.
Non riconosco il passato.
L’avermi sconfitto.
Ridotto a uno straccio!
Oh esistenza
che sconvolgi i miei sogni
creando paure
in un uomo
che vuole riprendere fiato
fermare il cammino
del tempo, che sposa il dolore
sovrastato dall’eco, seppure
indicato, da lieve sentire
che nulla sembra ostacolare
l’onda del pensiero
travolgente e vissuto
e riemergere a ciò che ignoravo.
Antonio Balia
34 260 38
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