La mano dell’alba creativa
dipinse nuovissime luci
su larghe chiome assonnate
di platani assai infreddoliti.
Avevano il respiro quieto
di chi si aspetta l’abbraccio del sole.
Ed era già mattino aperto:
silenzi e fruscii della brezza
colmarono da subito i vuoti
tra tronchi ancora brinosi.
Fu quella solitudine pur breve:
poi il grido roco d’arrotino.
Poi si sentì un gran vocio
di bimbi con le loro madri,
il netto profumo di brioche,
il fragore di saracinesca.
I platani non se ne accorsero,
calde ormai erano le foglie.
Aurelio Zucchi
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