passo la strada.
E passo anche il cancello.
Qui s'apre la via degli alberi.
Alti. In fila. E sale dura,
come s'andasse in cielo.
I muscoli sul ripido pendio
si tendono al dolore.
Ma non è fatica
l'animo che sfronda.
Il traffico lontano
s'inchina come un maggiordomo,
avvezzo e riservato,
che chiude a sé la porta.
Lasciandomi ai cinguettii.
Al vento tra le fronde.
Alle risa dei pochi bimbi.
Ai passi lenti, sul sentiero
di terra, foglie assai stanche
e miseri arbusti [una vita in definitiva].
Timido, s'immagina un sole,
tante le foglie,
ma questo già consola.
Io non mi penso, intanto: godo.
La gracula s'allunga
tra i punti bianchi e l'erba,
si ferma poi fissando,
oltre la cima, il rombo
d'un piccolo aeroplano. E pensa:
"strana la vita di chi non s'accontenta,
chi sa del volo: sta
e chi passeggia vola"
Massimo Pacelli
(Sconsolazioni, Ed. Pagine, 2013)
Massimo Pacelli
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