Il canto delle cicale frantuma
solitudini e i desideri piano
scemano e planano tra il vuoto e l’alba.
Non dorme più l’ibiscus in giardino
dove si radicano nella notte
senza dimora nostalgie fragranti.
Con la lucciola ansiosa di magie
il tempo incerto va su itinerari
bui di indifferenti soli spenti.
Tintinnano le luci di lontani
sguardi ma l’eco sfuma naufragando
e nel silenzio è fredda brina in libera
caduta su due mani nude all’alba
mentre la notte va e l’aurora rotola
in un cesto di nome indifferenza.
michela
73 612 77
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