Vivo nello stupore il nuovo giorno
per ciò che m’inviano dal mistero
con buio e luce a dominare intorno.
Perseverante si è mostrato e vero
pronto alla lotta comunque procedo
per affrontare deciso il bianco o il nero
e totalmente immerso nel buon credo
solo quello dovrò quindi abbracciare
e con più passione di farlo ora prevedo.
So che mi dovranno processare
e un giorno ciò si andrà affrontando
in giro il male non mi deve pigliare
anche se mi sta ben coccolando
quello è soltanto mal persecutore
con l’amore di Dio mi sto sposando.
Strano ricreato dal Signore
voglio al predatore ora sfuggire
e dal discernere lesto il tentatore
che molto meno riesco a sentire
per lo strano modo in cui m’invita
e non vorrei più farmi perseguire.
Nel mistero della nuova vita
duro di testa il Signore mi ha creato
così mi ha fatto per vita infinita
e poter arginare il disgraziato
dimenticarlo quindi quanto duro
e non restare di mente strapazzato.
Alle spalle lasciare voglio impuro
il pregare è sempre più aggraziante
e quando in ginocchio mi premuro
di confessare quanto d’invischiante
combinato giorni o istanti prima
e rivestirmi dell’abito elegante.
Il pensare non voglio che m’imprima
potente impulso m’invita a pregare
e al Signore così rinnovo stima
sempre di più sento doverlo amare
lascio la sedia e col rosario prego
e nella stanza comincio a girare.
È il nove di giugno e mi congrego
in campi maledetti, verdi e in fiore
per annullare o amplificarmi l’ego
godo col bene e lotto col terrore
dall’essersi ancora concentrando
e tal conferma non vi scuota umore.
Conto i grani e sempre più girando
intorno alla stanza e rinverdito
con gli arti che si vanno ribellando
dal dolore sento che cadrò sfinito
preghiera però prende il sopravvento
e il confine si estende all’infinito.
Deciso allora dedico intervento
alle anime in parte condannate
tanto prego quindi che tormento
finisca e possano essere salvate
anche ai sofferenti penso in pena
perché gli siano pene eliminate.
Godendo mi sto la bella scena
dedicandomi ora ai peccatori
e non si ferma la potente piena
che dall’ardere salva in purgatori
e un’altra decina anche pensando
per virtù d’investire i confessori.
I suoi ministri restino pregando
e professino l’amore dall’altare
ma dal pregare che sta già volando
schiena e gambe mi sento tagliare
e dal dolore che mi sta inseguendo
sembra che mi debba oggi fermare.
Dolori lancinanti sto sentendo
ma quel pregare è bello vi confesso
normalmente il cuore va battendo
fermarmi pare non mi sia concesso
il dolore con l’amore si è sposato
e lo penso per come ora professo.
Dolore che ora sento più marcato
e vistosamente storpio nella via
senza pensare che sia condannato
per la Spondilolistesi malattia
dall’anella vertebrale scivolata
che mi terrà per sempre compagnia.
La condizione diventa disperata
per i dolori mi sento sfinito
e se l’anella non sarà bloccata
resteranno pertanto all’infinito
e se non si potrà manco operare
che stiano finché non sarò finito.
Ma deciso proseguo col pregare
espellendo quei dolori dalla mente
e quando viene il ciclo a terminare
non riesco a pensare ad altra gente
solo una bizzarria si va formando
e non la dico perché sarei demente.
Bizzarria che va più balenando
all’esterno non deve però uscire
ma insiste l’accidente nel rimando
anche se sa che non voglio sentire
liberarmi devo quindi del pensato
che non vorrei dovermi poi pentire.
Fiuto un forte odore di bruciato
in strano turbinare che produce
penso di poter essere malato
e non separo il colore della luce
che in potenza cerca ora d’imporsi
e ad esternarla solamente induce.
All’esterno infatti vuol disporsi
comprovando me lo sta per bene
che fa di tutto per cercare ricorsi
e con prudenza spezzo le catene
cercando di capire chi non vedo
e sperando che volga tutto al bene.
“Dio mio ti chiedo
fa di me quel che ti pare
totalmente mi concedo
solo in te rappresentare”
e di fronte a babbo e mamma
scompare l’umano in alto mare.
Ardere mi sento come fiamma
per la promessa che dentro sentivo
e impelagato come in pieno dramma
dal donarmi a ciò che non capivo
di pregare mi sono anche fermato
girando penso e non so se sono vivo.
Concentrando mi sto sull’esternato
che ancora non mi sento di approvare
e col tornare indietro nel passato
rivedo quanto avuto anche da fare
e se dovessi prendere un abbaglio
ripensare dovrò quell’accettare.
Sono tremante se per ciò m’incaglio
ed al centro di questo tormento
di certo c’è che morirò per sbaglio
tremendamente duro è l’intervento
vivevo senza aver ciò presagito
e mai pensato ad un simile evento.
Nel vagare ho tutto via elargito
e di fronte a Mamma ora m’inchino
per affermargli che sono pentito
anche infinito amore gli destino
e alla Misericordia mi concedo
con l’effetto di risorgere bambino.
Ad alta voce bene anche gli chiedo
che Dio di me possa avere pietà
e se oggi in lui davvero credo
questa è l’ora della santa verità
e per ciò che sto riconfermando
che ne abbia di aiutarmi carità.
Mi stanno ancora peggio provocando
dall’essermi concesso prima volta
e nel nuovo che vado affrontando
mi sento pure con la pelle morta
dai pensieri che stanno sorgendo
e per la concessione che mi è sorta.
Oggi la mia vita sto uccidendo
perseguitato dal sì e dall’abiura
e neppure mi sto più rivedendo
ritrovando mi sto fuori natura
è pazzia ciò che vi sto mostrando
dal non capire prova così dura.
La promessa ormai sta già volando
è duro il fato quando non discerno
solo sulla mia pelle sto giocando
e se l’estate diventasse inverno
ugualmente lo si dovrà affrontare
anche se in terra vivessi l’inferno.
Ora ho solo voglia di pregare
il Santo Rosario con amore
e non lasciarmi quindi abbandonare
all’annientamento totale del cuore
allora a te pregando mi concedo
con la speranza di estinguere dolore.
E girando intorno mi rivedo
nella grande sala col mio pianto
formicolio nei piedi e mi chiedo
se sta cominciando nuovo canto
è silenzioso e nelle gambe sale
e manco più respira ora l’affranto.
Pensando anche all’influenza del male
prosegue zoppicante lì in preghiera
sottrarsi vuole all’ambito infernale
in pregare che diventa una miniera
per come col piccone va’ scavando
e rivestirsi d’amore solo spera.
Sfuggito era l’andare lì pregando
veloce sento muovere i miei passi
dal pregare mi sento anche volando
non sono dal formicolio sconquassi
e col nuovo andare che ritrovo
nel vecchio spero più non si ripassi.
Benefico è il capire che ora provo
ogni gamba sveglia è percepita
cammino spedito e lo comprovo
ciò mi sta capitando in questa vita
anni addietro mi sento riportato
quando del calcio giocavo la partita.
E se prima non c’era risultato
ora stanno invece dominando
forti dolori e tanto affaticato
ero come stessi scoppiando
e però non so più che pensare
della nuova che si va affermando.
Comunque spedito nell’andare
forti pedate in aria sto lenendo
il male in schiena voglio ricreare
ma dolore più non sto sentendo
e se qualcuno fosse sul divano
di testa direbbe che sto uscendo.
Ora m’importa solo che l’umano
trasformato da quell’intervento
che non so sia buono o se malsano
e ancora sballottato da quel vento
fuori rotta sembra stia virando
in straordinario ardore dall’evento.
Anche se dalla testa sto volando
ascolta che nulla più m’importa
ciò che è successo sto visualizzando
e niente di quel male più riporta
anche se a giorno e notte si era esteso
e qualcuno ora lo butta fuori porta?
Mamma l’esortare mio ha compreso
con lei principalmente mi sposavo
non ho mai per me nulla preteso
il male non vedevo e non pensavo
e questo, forse lei ha percepito
trasmettendo ciò che agli altri davo.
Mi ritrovo confuso e un po’ stordito
di Dio si riconferma la presenza
ma di più sono forse sbalordito
al rivelarsi in così grande potenza
oggi ben dimostrata al prediletto
che un dì di Dio non pensava esistenza.
La mente mia sovrasta l’intelletto
dall’assillante pensare intervento
dell’umano emerge ogni difetto
fragile sono e mi strapazza il vento
ma per nulla smetto di pregare
dall’ego allontanandomi a rilento.
Risulta straordinario l’andare
per l’impensato intervento di “Dio?”
non vedo bene dove camminare
separando forse mi sto dall’io
il lacrimare è compagno del pianto
e in petto rimbombante è il cuore mio.
Si tratti spero d’intervento santo
trasmettente la linfa dell’amore
e amore e pace mi restino accanto
per separarmi dall’ammaliatore
che solo al male ci lega abilmente
e confondere ogni battito di cuore.
Voglio vedere Dio dice la mente
ogni giorno lo sta desiderando
ma dal pianto non vedo più niente
soltanto la preghiera sto gustando
e nello straordinario vivo il giorno
mentre ti sento accanto vigilando.
Preghiera e pianto sono nell’intorno
null’altro sento che intralcia la via
da questi mi sento bene adorno
e con Dio solo mi voglio e così sia
riconfermato è dalla nuova piega
il valore del darsi a Dio e Maria.
Lascia idolo, mago e pure strega
e soprattutto fuggi via da te
e se questo il cuore più rinnega
giorno e notte godrai fuori del sé
il Signore ben conosco ti dichiaro
accogli ciò che leggi ora di me.
Anima e cuore soltanto mi apparo
non bastan mille penne a raccontare
nel profondo di te più mi riparo
per sempre meglio quindi poter stare
senza di te son cieco, sordo e muto
e forse non potrei mai più pregare.
Penso che non mi fosse ciò dovuto
comunque lo riporto con passione
e se pensate che non sia avvenuto
congiunti siete all’umana ragione
non momenti terreni e non carnali
rappresentavano quell’operazione.
Ciò che in chiesa è esposto negli annali
risulta vi confermo tutto vero
dipinti e statue sono chiari segnali
a confermare santo celeste impero
sereno seguo la bianca colomba
riscaldante di luce del Mistero.
Vi suoni questo canto più di tromba
lo sto pensando bene ora scrivendo
finisce solo il corpo morto in tomba
ma i fotogrammi non stanno morendo
e non lascerò più Babbo e Mamma
che ad altra vita mi stanno risorgendo.
Fuoco mi hanno dato in viva fiamma
di spegnerlo certo non mi permetto
questa non è commedia e manco dramma
e per spiegarla non mi esce di petto
quando a Giovanna Rosa ciò dichiaro
in te, mi dice, non c’è più concetto.
Completamente pazzo gli comparo
son cavolate ciò che stai narrando
e più dal dì com’ero non le apparo
e in casa ancora più la sto aiutando
e nulla più mi stanca al lavorare
ed il patire chissà dove sta scemando.
Sto terminando oggi di registrare
e dopo tanti anni dal guarire
precisamente affermo il raccontare
dal giorno, lontano è quel patire
e con tanta forza grido forte
è stato lì il Signore a intervenire.
Antonio Balia
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