Ho quell'idea di viaggio
sopra una ruota panoramica,
quando si sale e si scongiura
solo di non sentirsi male,
di non provare paure ingovernabili,
come quella del vuoto,
l'idea di precipitare,
il fatalismo che ci è proprio.
Come se sopra quelle ruote fossi salita
ho pensato fortemente di non far altro
che godermi il viaggio e guardare il panorama,
di perdermi in esso e assaporare l'aria rarefatta
dell'altezza smisurata, di vivere l'emozione
ascoltando il cuore che pare salire in gola,
il freddo sulle tempie, il sorriso spasmodico
della contrattura muscolare d'ansia e stupore,
ma non credo d'esserci riuscita.
Ho preso questa pausa estiva
per annullarmi sotto il caldo afoso
che non mi è fratello, spero di ritrovarmi
con il cambio naturale e ciclico delle stagioni.
La ruota gira e non c'è modo di fermarla
soprattutto quando
la meraviglia coglie di sorpresa
quando il tutto è sotto di noi
nella prospettiva di sentirsi padroni del mondo.
Viaggio in un tempo
che ancora non mi appartiene totalmente
da osservatrice quale sono lascio scorrere
e qualche volta provo quel sonno
che disapprova la realtà
perchè i pochi sogni che ancora stringo
hanno stazioni altrove.
E' l'ora dell'abbraccio,
abbracciate chi vi è accanto,
oppure abbracciate il vostro cuscino,
abbracciate una sensazione, un sospiro,
quella nuvola passeggera che vi trasporterà
dove più agognate, ma non lasciate
che vi tolgano la voglia di abbracciare,
tutto va e tutto torna,
come stare sopra i raggi di un sole di ferro
che vi trasporta in cima alla caduta libera.
Daniela Sulas
Daniela
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