LA MIA TERRA
In lontananza gli orizzonti come
superbi testimoni si accavallano
e li vedo passare sulle pietre
della mia terra, ma sono fantasmi
che bruciano nell’infinito riarso
dal sole caldo come i fichi d’india.
Curve si rompono al balugìnio
di vapori e al respiro delle zolle
ansanti mentre un contadino curvo
sull’aratro le muove.
Dipinta a caso o forse da una mano
sapiente, spicca l’agave innalzandosi
puntuta sui cocuzzoli e racconta:
“C’erano qui una volta…
…sì, c’erano carretto e carrettiere,
c’era la gente siciliana e c’era…
…c’era una volta la Sicilia terra
di zagare ed ulivi,
di fatiche e sofferta emigrazione,
di tanti gattopardi e corruzione,
di matti e geni, di pupari e pupi,
di poeti e cantastorie…”
Sicilia, terra antiche di certezze
e di contraddizioni, crocevia
di popoli conquistatori e mai
domata, dal tuo grembo come l’Araba
Fenice un giorno tu saprai rinascere
e non sarà più cenere il Tuo nome.
michela
73 612 77
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