Ungerò il mio corpo con olio profumato,
essenza di nardo.
E di unguento e balsamo
lenirò ferite lacerate.
Su candidi lini deporrò le membra
quando stanche staranno
nell'immobilità del sonno eterno.
Chiuderò gli occhi.
Pesanti, le palpebre, saranno usci
e discrete cortine di silenzio.
Ho dentro, nell'anima, portoni pesanti d'indiscrezione.
Sfondati e oltrepassati in mortificazione.
Porterai il tuo sasso gravoso,
lo poserai sul mio sepolcro
con mani tremanti brancolanti nei ricordi
sudario del nostro vivere.
Essenze.
Umori e nostalgie.
Retaggi di pelle, in legni e resine,
tra anfratti violati, espugnati, sofferti e donati.
Carmen Cantatore
97 862 99
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