fa che si consumi piano piano,
come la notte degli innamorati
- il tempo non sta fermo sul guanciale,
sul fresco del suo lino,
ma sulla curva morbida del seno-.
Piano dunque, piano. S’asciughi
la forma carissima del pianto.
Per te.
Che sei così, tra le mie braccia: iddìa.
Pervinca eterna
del mio stanchissimo sovrano. In petto.
Veloci passino, d’artici cieli, nubi:
i volti. Di rinunciate prospettive.
E così, dalla tempesta in mare, incitrullita,
la nave mia nel giusto porto. Finalmente.
Atterri
Massimo Pacelli
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