Possediamo doveri immaginari
se procacciamo 
denaro per i pasti.

Se non esistesse un modo,
altre circostanze,
avremmo più cielo.

Per questo cerco imbarco
tra coloro che non parlano,
e i nomi sono fonemi inviolati.

Educati bagliori scagliati al suolo
di questa pioggia incessante,
ascolto i mille rumori perché non lo sono.

Suoni, dono ovunque 
e dagli stessi luoghi, 
l’anima assolta di essi.

Abbandonarmi, 
un perdutamente indimenticato, per questo reale 
e vivo più estesamente province inarrivabili.

Cent’anni di componimenti in canto
e su quello, una voce con fattezze di donna,
con altra veste irreale e, con quella indosso, svestirsi.

Scrosci in pace e divento chi sono
pensiero con fattezze d’uomo 
e, di quello, svestirmi.

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@F.M.Narrastrofe@2018

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