LORAK
Nel bosco dell’instabilità
le foglie sono schiaffi di morti
sulla faccia coperta di brina.
Certi alberi si spezzano le braccia
invitandoti verso la cima.
Mentre l’insolente lima di ghiaccio
taglia catene d’aria, ogni suono
è una spina e tutti ripensano
a domani mattina e tutti dicono
- io non ce la faccio! -
e tutti
GRIDANO
che ti devi rampicare piano
stringendo i coltelli conficcati al contrario
contando i centimetri come un rosario
perché se niente è più come prima
il dolore cresce come un fischio
spingendoti a guardare lontano.
Il sangue gocciola sul muschio della fede
nelle schiene che se ne stanno andando.
Fino a quando ti lasci planare
fra le carezze dei baci di sole
alla densa calma delle nostre pene.
Cristiano Sias
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