Non è ancora il momento di partire
devi ancora aspettare
mi ripete una voce
se tardo non è per colpa mia
e così per digerire l'attesa
mi vedo costretto a chiacchierare
con i miei pensieri.
I più prolissi certo sono loro
io mi limito a poche domande:
da dove vengo, dove andrò
cosa ho fatto della mia vita
e così via dicendo.
Tra una pausa e l'altra
a volte mi addormento
o se non ci riesco
alla fine finisce
che miro una volta stellata
corro a un mare remoto
penso ad una donna
o mi assonno su un libro.
Bisogna pur far qualcosa
mentre la vita si svuota
del tutto e dissacrata
stinge i suoi colori così vari.
La noia e il vuoto
come altre cianfrusaglie
incursori del mal di vivere
poi sono sempre in agguato
pronte a sopraffarci
a metterci un braccio
attorno al collo e soffocarci:
i malandrini incorporei
nell'ombra appostati
non aspettano altro!
Senza compagne nostalgie
figlie di passato e futuro
vivo nella chiarezza frontale
del mio destino vago
tra sussulti di silenzi acuti;
per essere obliterato
un biglietto di sola andata
valido, stretto custodisco
nel palmo asciutto della mano.
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