I
Sono un vulcano
che non può esplodere,
un fiore
che non può sbocciare.
E covo dentro di me
un groviglio di parole,
di suoni, di luci
che non trovano forma,
non nascono,
mi opprimono,
mi lacerano.
Che vita la mia!
Rinchiusa dentro un macigno
dove non sono
ciò che vorrei,
ciò che dovrei.
Non sono.
Mi sento colei che non è.
II
Vivo in pieghe d'ombra
nascosta e schiva,
né proferisco voce
che possa disturbare.
E intanto
sogno d'intessermi
al drappo lacerato
dell'umanità.
III
Rimbalzano le mie parole
e mi ritornano affilate,
m'infilzano anche se nessuno
hanno scalfito, nè qualcosa.
Forse neppure sono evase
oltre la bolla che mi chiude.
Mi sento come il pesce rosso
che boccheggia afono, impotente
e invano si violenta il muso
battendo il vetro che lo incarcera.
Gisella Ruzzu
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