Mi sono chiuso fuori,
a perder tempo, a prendere aria,
ma guardar quel tempo, tu muori.
Canta d'autunno la nebbia visionaria,
i versi del levante, incupir i tuoi fiori.
Cosa vuol dir volare nella mente?
Sai quanti cieli coperti a bitume,
che non so spiegare o far finta di niente.
Parli nel sonno, ma quello riassume,
planar spasmi di gambe, il sogno consente.
Brevi parole piangono macigni,
ma non crescono croci sulle spalle.
A frammenti mastichiamo quegli aspri legni,
di scaglie abbracciamo il nodoso scialle,
robusti tralci d'anima come sostegni.
Mi sono chiuso l'anima dentro.
Cieli d'azzurro le mie solitudini,
a cui voglio bene, a cui vado incontro.
Nei prati del mio universo, le sue moltitudini,
salmastre rive fioriscono giunchi amaranto al centro.
Francesco Marco Narrastrofe
61 352 64
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