Busserò alla tua porta
quando più non ci sarai
e con il fiato corto
strappandomi i capelli
griderò la rabbia mia,
tutta, tutta la mia incredulità.
Busserò alla tua porta
che la bastarda mia fermezza
ha demolito in sogno
colto nei mille chilometri di ieri
e abbattuto pure al futuro
e non rammenta e non avanza
lungo la linea mia dell'orizzonte
lacerandone il cammino da Caronte.
Mille chilometri sono stati
quanto mille giorni di sordo rancore,
piovuti dal cielo in mille schegge
come frammenti d'un calice nuziale
che sparso intono a l'avara pioggia,
l'amara pioggia delle mie lacrime
ha frantumato, calice di fiele,
dal rombo del passato partorito
mentre ascoltavo il tuo dolore
lì dove batteva ignaro al mio lamento.
Ti ho toccato il cuore
lì dove palpita furioso, insolente,
ignavo di fosca intolleranza.
Nube ombrosa scesa dagli alti luoghi
ove pascolano, mute, le mie emozioni.
Ancora.
Busserò alla tua porta...
Carmen Cantatore
97 862 99
-
0
-
0
-
0
-
0
-
0
-
0