Non è stato facile, ritornare nella mia terra. Nessuno qui mi ha teso una mano. Nessuno mi aspettava a braccia aperte, forse perché non c'è più nessuno. Già dai primi contatti, come sempre mi aspettavano le streghe dipoca, le sorelle disonestà, ipocrisia e cattiveria, notoriamente cieche come la dea fortuna. È stata dura. Ho sempre combattuto da solo, ma non so se ce l'avrei fatta senza il conforto dei miei figli lontani e la vicinanza immensa di una persona "esterna", la mia nuova famiglia.
Grazie, ora sono qui, nella mia isola, in tante battaglie ho ritrovato il luogo dove sono nato, le mie pietre, i miei orizzonti. Stavolta la posta in gioco era la vita. Mentre mi stavo spegnendo, dopo aver girato il mondo per decenni alla ricerca di qualcosa di cui ero stato privato, quando ormai disperavo di trovarla improvvisamente tutto mi è apparso chiaro: invece di cercarla negli altri, bastava che guardassi dentro di me.
Le braccia aperte adesso sono le mie. In silenzio.
Mi hanno detto: "Il paese non è più come prima, tutto è cambiato". Ho risposto: "Un luogo non cambia, esso si evolve immutabile nello sguardo e nel cuore. Voi siete cambiati.".
Pochi ascoltavano. Qualcuno si è offeso.
Cristiano Sias
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