In corrispondenza della voce "Poesia" leggo su Wikipedia che "Il concetto di poesia oggi è molto diverso da quello dei modelli letterari; molta della poesia italiana contemporanea non rientra nelle forme e nella tradizione, e il consumo letterario è molto più orientato al romanzo e in generale alla prosa, spostando la poesia verso una posizione secondaria."
Trovo questa affermazione - che è più adatta a un post da social che a un serio sito enciclopedico, il quale dovrebbe evitare di mischiare arte e consumismo - estremamente vergognosa, oltre che offensiva. Sarebbe come dire, indipendentemente dal valore intrinseco, che una perla è in una posizione secondaria rispetto alla bigiotteria, perché gli adolescenti acquistano prevalentemente la seconda rispetto alla prima e sempre meno persone sono in grado di riconoscere una vera nella moltitudine di perle artificiali o d'allevamento. È certo peraltro che il giro d'affari del settore moda e accessori sia più pubblicizzato e superiore rispetto a quello delle perle.
Tutto questo è sciocco, e indicativo della società in cui viviamo, in cui ogni cosa diventa un bene di consumo, con l'ignoranza critica e culturale giunta a livelli mai così bassi. È quello che l’etica deviata di sistema cerca inutilmente di imporci, finendo regolarmente vittima di se stessa. Non si può vivere in un mondo di alberi senza foglie, mari piatti, montagne senza cime. Il tempo, sia in un secondo, sia in mille anni, non smetterà mai di insegnarci che l’uomo ha bisogno di riferimenti e comunicazione, non di venditori, imbonitori, padroni o tutori.
E anche se in troppi l’hanno offesa e tradita, umiliata e relegata in un angolo, la Poesia non sarà mai in una posizione secondaria.
Cristiano Sias

(dalla "sinossi irregolare" presentativa della raccolta di prossima pubblicazione "Nudo di Poeta", prevista per settembre 2022)

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