C'è una guerra in atto, non quella delle stragi che riempiono i nostri telegiornali da due mesi, ma una più sottile e invisibile che miete molte più vittime da anni e contro la quale il web comincia lentamente a insorgere in difesa dei diritti umani di libertà e libero arbitrio: è la guerra contro i social.


"Il 43% dei ragazzi intervistati e il 53% delle ragazze, fra 12 e 18 anni, ammette di provare ansia o sofferenza all’idea di stare senza social" e poi "Il 60% dei giovani passa più di due ore al giorno sul web. E non può farne a meno.", scrive il Giorno, "Gli schiavi di un tempo erano costretti ai lavori forzati, costretti a produrre ricchezze per gli schiavisti, per i proprietari terrieri e in generale per coloro che li possedevano. Oggi siamo liberi, o no?" chiede il sito didattico "Il Cubo", aggiungendo poi "Per capire se siamo veramente schiavi dobbiamo chiederci: siamo in grado di non farlo più? Riusciamo a liberarci da questo strumento? O meglio riusciamo a conviverci dominandolo, controllandolo noi prima che sia lui a usarci? Purtroppo molte persone non sono più in grado.". Anche "dagospia" scrive, con un'immagine molto significativa che riportiamo e il titolo "schiavi dei social": "Interessante è sapere come queste piattaforme svolgono un ruolo importante nella fase decisionale che precede un acquisto". E quotidiano.net non è da meno, intitolando "Schiavi dei social: ansia da 'like' e legami solo virtuali".


Ovunque c'è una quasi inascoltata alzata di scudi contro i social, un po' come accadeva pochi anni fa per lo scioglimento dei ghiacciai, salvo accorgersi oggi che, se continua così, affogheremo davvero. È quasi patetica la difesa del sistema, che parla di elite con la puzza sotto il naso. Ma noi non siamo l'elite, siamo gente comune. L'elite sono loro.
Infine tutti si preoccupano giustamente per i giovani, ma forse i "maturi", genitori, educatori, politici, eccetera, non sono nella stessa situazione? E gli anziani? Forse anche peggio.
Putin? Hitler? le SS? Nucleare? No, il pericolo oggi si chiama "influencer". E i campi di battaglia e i mercenari sono al centro dell'attenzione dei controllori delle masse.
I "padroni del mondo" se li contengono a suon di miliardi. La strada è aperta, le prede sono lì, sorridenti e pronte per essere sbranate.


Ma stavolta non si parla di qualche milione di persone, ma dell'umanità intera.

  • 0
  • 0
  • 0
  • 0
  • 0
  • 0