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Arte e Magia a Natale - di Michela Tropea

L'albero della pace produce soltanto frutti acerbi, si spera sempre che giungano a maturazione per gustarne il loro sapore dolce e il profumo della libertà

"L'albero della pace" . acrilico su tela

alberi di natale siciliani. Vi piacciono?

 

Ho destinato una delle pareti di casa mia alle quattro stagioni, l'estate e l'autunno già esistono, oggi pomeriggio ho ricevuto un bellissimo regalo è arrivato l'inverno, acrilico su tela realizzato da uno dei miei nipoti, adesso manca soltanto la primavera  (l'ho già iniziato). Tanta luce e tanto colore, ecco la bellezza della vita. 

34° pazzesco! Quest'anno babbo natale porterà in dono soltanto gelati di tutti i gusti (siciliani naturalmente!)- Consiglierei a babbo natale di tagliarsi la barba altrimenti gli si brucia!

questa fiaba è nata in questo posto , la bellissima piazza di Hybla (RG)

C’era una volta, prima del terremoto del 1693,  un paesino piccolo piccolo adagiato come un presepe su una dolce collina baciata dal sole   a cui,  gli abitanti del luogo, avevano dato il nome di Hybla. Questo paesino esiste ancora;  dopo il terremoto ci fu la ricostruzione e nacque la nuova Hybla (RG),  in stile barocco, uno dei borghi più belli esistenti in Sicilia.  Le costruzioni, tutte realizzate con la pietra bianca locale, attirano, ogni giorno , centinaia di turisti che ammirano affascinati le opere d’arte . L’unico problema di questo magnifico paesino è rappresentato dall’assenza delle persone residenti in pianta stabile, purtroppo, dopo il terremoto, fuggirono quasi tutti e costruirono, su altre colline la nuova città, così oggi, a Hybla,  sono rimasti soltanto gli anziani, dove la vita sembra essersi fermata. 

E qui, nasce la fiaba che segue:

                                               LA CICOGNA DISOCCUPATA   

Sin dalle prime ore del mattino le sinuose stradine di pietra e le scalinate si riempiono di persone. Gli uomini si recano a lavorare nei campi e le donne, armate di “scupazzu” (una scopa realizzata con i fili di una pianta chiamata appunto “scupazzu”) ,  si dedicano alla pulizia del pezzo di strada dinnanzi  a ciascuna casa e, dopo aver spazzato, buttano alcuni secchi d’acqua per “ammasciari u pruvulazzu” ( non fare svolazzare la polvere). L’unica nota stonata di questo paesino è l’assenza di bambini.

Una sera, mentre , all’ombra della cupola, le comari , comodamente sedute sui marciapiedi con in mano i telai , ricamando lo sfilato siciliano, si scambiavano pettegolezzi e  gli uomini giocavano a scopa, all’improvviso, non si sa da quale punto provenienti,  si udirono forti lamenti. Grande fu il loro spavento!  Per primo si affacciò il Cavaliere  che abitava sopra l’arco in una delle più belle case di Hybla, che, udendo quei lamenti, scrutò incuriosito il cielo e la strada sottostante , non avendo più  sentito né visto nulla, serrò la porta di casa e andò a letto pensando che tutto quel pianto non era altro che uno scherzo della plebaglia , di quei vicini di casa ignoranti, perpetrato nei suoi confronti per non farlo dormire.

Le persone, prese da forte paura, decisero, anche loro, di rientrare immediatamente nelle loro case. La sera dopo,  mentre tutti si sedevano fuori per un po’ di refrigerio, ecco di nuovo il ripetersi dei lamenti, questa volta erano ancora più forti, ancora più disperati. Il Cavaliere non si diede per vinto, si accertò che non era uno scherzo e , capito da dove provenivano i singhiozzi , si armò di un nodoso bastone e ordinò  agli  uomini di  seguirlo sulle scale che conducevano alla cupola.

Seguendo la direzione dei singhiozzi, coraggiosamente, salirono di corsa tutte quelle scale, si avvicinarono con cautela alla cupola e grande fu la loro meraviglia quando notarono un grosso nido che ospitava una cicogna in lacrime .

“Oh!” , esclamò il Cavaliere, “una cicogna!”.  “Cosa ci fai qui? E perché piangi disperatamente facendo preoccupare tutto il paese?”.

La cicogna si alzò sulle sue zampe malferme, con le ali abbassate, aprì gli occhi e mostrando tutta la sua tristezza, gli rispose:  “ E’ da quasi sei mesi che vado e vengo dall’ufficio collocamento in cerca di lavoro ma inutilmente, tutti i giorni, dopo ore di attesa, vengo rimandata indietro; è una disgrazia lavorare in un paese così piccolo abitato soltanto da persone anziane, nessuno vuole più bambini ed io mi ritrovo disoccupata ed affamata”.

La cicogna aveva voglia di sfogarsi e stavolta, con voce arrabbiata continuò: “ Ho portato tanti neonati nella mia vita a giovani papà e mamma che erano felici di accoglierli, ma adesso che le donne si sono messe in testa di lavorare perché si vogliono  sentire realizzate  soltanto facendo carriera a discapito dei valori della famiglia, non hanno tempo da dedicare ai bambini. Il giardino dove sbocciano i  bambini è affollatissimo, tutti aspettano di venire raccolti e affidati alle cure amorevoli di  una famiglia. Era così bello una volta, mi incontravo con tante mie compagne lassù nel cielo, tutte cantavamo con gioia e il lavoro era assicurato”.

La commozione prese alla gola tutti quanti e , illuminata dalla luce lunare, qualche lacrimuccia brillò anche negli occhi di quegli uomini .

Si fece buio presto e, con il calar delle tenebre,  anche l’umidità fece capolino. Il Cavaliere, afflitto dai reumatismi, non vedeva l’ora di   rientrare a casa sua ma, prima di andarsene rassicurò la cicogna : “ Adesso stai tranquilla, stasera, intanto, ti farò portare da mangiare, domani, in qualche modo, cercheremo di risolvere il tuo problema ma,  mi raccomando, smettila di piangere, ho sonno e non voglio essere disturbato dai tuoi lamenti, capito?”.

La cicogna, rimasta da sola, si rannicchiò nel suo nido e per la  prima volta dopo tante notti insonni, riuscì a dormire e sognò di volare in un bellissimo giardino pieno di fiori.

Il giorno appresso, così come avevano promesso, gli anziani si riunirono e discussero parecchie ore. Alla fine il Cavaliere che aveva frequentato l’università ed era l’unico nobile rimasto in vita in quel borgo, ad  unanimità, fu eletto responsabile delle sorti della cicogna , era lui, dissero tutti in coro, che doveva risolvere il problema.

L’investitura gonfiò d’orgoglio il Cavaliere  “Io sono ancora giovane” pensò, “ho tanti soldi, potrei sposare una giovane donna e quindi spedire la cicogna  nel giardino dove nascono i bambini e farmene portare uno”.  Ma poi, alcune riflessioni di ordine pratico lo fecero desistere (i bambini piangono sempre, anche di notte; di una moglie giovane meglio non fidarsi,  avrebbe speso  tutti i i suoi soldi chissà con chi e lui avrebbe perso  il lume della ragione), questo ed altro ancora pensava il Cavaliere, quindi scartò quell’idea.

Cosa fare allora? Trovò la soluzione!

Riunì nel suo palazzo gli anziani e comunicò loro ciò che aveva deciso.

“So quello che deve essere fatto!”, sentenziò!

“Una delle case più grandi della piazza, di mia proprietà è disabitata da tempo, la farò sistemare, farò installare anche l’impianto di riscaldamento e quando i lavori saranno ultimati, la regalerò ad una coppia di miei parenti giovani che si sono sposati da poco, sicuramente loro ne saranno felici e accoglieranno con gioia anche un bambino”. L’applauso che ne seguì ripagò pienamente il Cavaliere dalla perdita di un bene. Immediatamente comunicarono alla cicogna di tenersi pronta per un lungo viaggio.

La cicogna, dopo essere stata coccolata da tutti i paesani, finalmente, allungando le sue lunghe ali partì commossa e felice ma prima salutò tutti così:  “ Non so come ringraziarvi” , disse con la sua vocina flebile, “sapete”, continuò, “questo sarà il mio ultimo lavoro, sono anziana ormai, dopo partirò e andrò a raggiungere le mie compagne  in pensione  in un anzianato per cicogne, un posto di riposo dove verremo assistite e curate”.

A queste parole, il gruppo di persone si indignò!

“Piccola cicogna ingrata”, gridarono, “adesso che ti abbiamo conosciuta ed aiutata ci vuoi lasciare? Da questo momento ti adottiamo, ti daremo il cibo necessario e ingrandiremo il tuo nido e, se vorrai, potrai venire a dormire sui  comignoli dei nostri camini quando farà freddo,  adesso vai e torna presto!”.

Dopo circa nove mesi i cittadini di Hybla , tutti con il naso all’insù, videro spuntare la loro amica cicogna che, delicatamente depose sugli scalini della magnifica cattedrale, un fagottino bianco che teneva stretto al suo lungo becco.

“Ooooooh”, gridarono tutti in coro. Grande fu la  gioia degli sposini quando, aperto il fagottino, si resero conto che lì dentro c’erano due  neonati gemelli che profumavano di borotalco, un maschietto e una femminuccia.

La cicogna era stata molto brava, anche se anziana e stanca aveva mantenuto  la promessa fatta a tutti. 

Il Cavaliere, conosciuto per la sua avarizia, quella volta non badò a spese, fece arrivare a casa degli sposini tantissimo cibo e dolci in quantità tale da soddisfare  tutti gli abitanti, invitati anche loro alla festa. Alla fine, l’altruismo  del Cavaliere stupì veramente tutti, quando, nel cielo di Hybla, brillarono i più belli fuochi d’artificio che si fossero mai visti.

La cicogna, da lontano, osservava i mille colori che si innalzavano nel cielo , fino a toccare le stelle, Felice e sorridente si accucciò nel suo accogliente nido. Finalmente aveva concluso l’ultimo lavoro, adesso poteva riposarsi e pensare serenamente alla sua lunga vecchiaia.

   

 

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