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Questa nuova ultima raccolta di Michela Tropea nella collezione Nuovapoesia è un viaggio trasversale tra le diverse sfaccettature di un'umanità sempre oscillante tra introspezione, comunicazione, immagine, grandezze e piccolezze di un quotidiano anche scomodo ed esaltante, con un occhio di riguardo all'arte della figura e della forma, fra pennellate d'ironia, satira, tragedia e gioia di un amore per la vita espresso o soffocato, in una visione dissacrante che trova le radici nel disincanto e nella magia della sua terra natia. L'autrice ci prende per mano, sottovoce o con rabbia, scherza, sgrida, poetizza, racconta, dipinge, scolpisce. Se cercherete un tema comune, una chiave di lettura, un filo conduttore, non li troverete, se pensate di trovarci delle risposte vi accorgerete che la mente vi suggerirà solo domande, ma in questa sapiente fusione di immagini, fatti, parole e espressioni di realtà, fantasia e creazione, troverete certamente in ogni pagina un poco di voi, fra personaggi e episodi raccontati come a un amico, o un figlio, senza mezzi termini davanti a un focolare o una spiaggia, nel loro eterno dilemma tra essere, avere e sognare.

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La solitudine della cicala

Pagina dell'autrice

Michela Tropea

 

E manco ce n'eravamo accorti!

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Con "Nudo di Poeta" si chiude il biennium terribilis di Cristiano Sias, che ha visto la pubblicazione di poesie nel cassetto, un poema epico, un romanzo "quasi omonimo" e lo studio storico-letterario bilingue su Nostradamus.


La poesia di Cristiano Sias ci sorprende sempre: dall'espressionismo istantaneo e la protesta a questa sorta di "nudismo poetico", non del corpo ma dello spirito, chi credeva di conoscerlo può trovarsi spiazzato nell'alternanza di versi liberi, rime in metrica e temi contrapposti, in un miscuglio di immagini che ricorda la confusione contaminata e contaminante del quotidiano.
La presa di posizione contro certe posizioni "letterarie", in cui abbonda e ridonda l'aggettivo "molto", nell'indifferenza della normalità essenziale, è però netta:
"In corrispondenza della voce Poesia leggo su Wikipedia che Il concetto di poesia oggi è molto diverso da quello dei modelli letterari; molta della poesia italiana contemporanea non rientra nelle forme e nella tradizione, e il consumo letterario è molto più orientato al romanzo e in generale alla prosa, spostando la poesia verso una posizione secondariaTrovo questa affermazione - che è più adatta a un post da social che a un serio sito enciclopedico, il quale dovrebbe evitare di mischiare arte e consumismo - estremamente vergognosa, oltre che offensiva. Sarebbe come dire, indipendentemente dal valore intrinseco, che una perla è in una posizione secondaria rispetto alla bigiotteria, perché gli adolescenti acquistano prevalentemente la seconda rispetto alla prima e sempre meno persone sono in grado di riconoscere una vera nella moltitudine di perle artificiali o d'allevamento. È certo peraltro che il giro d'affari del settore moda e accessori sia più pubblicizzato e superiore rispetto a quello delle perle.
Tutto questo è sciocco, e indicativo della società in cui viviamo, in cui ogni cosa diventa un bene di consumo, con l'ignoranza critica e culturale giunta a livelli mai così bassi. È quello che l’etica deviata di sistema cerca inutilmente di imporci, finendo regolarmente vittima di se stessa. Non si può vivere in un mondo di alberi senza foglie, mari piatti, montagne senza cime. Il tempo, sia in un secondo, sia in mille anni, non smetterà mai di insegnarci che l’uomo ha bisogno di riferimenti e comunicazione, non di venditori, imbonitori, padroni o tutori.
E anche se in troppi l’hanno offesa e tradita, umiliata e relegata in un angolo, la Poesia non sarà mai in una posizione secondaria. (C.Sias)".

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La rinascita della poesia a cui assistiamo in questo momento non la diciamo noi, è un dato di fatto, qualunque cosa possa pensare la nostra illustre enciclopedia on line in cui l'unico "secondario" è l'infelice articolista che così la definisce e che sicuramente è tutto fuorché un poeta. Non possiamo che provare simpatia e ammirazione perciò per un'autrice di prestigio che dice le stesse cose che più o meno ripetiamo noi da anni, e cioè che la poesia è un atto rivoluzionario che "implora un respiro che la dica", soprattutto ora che "la lingua viene così mortificata" e viviamo in una gabbia.
Sembra di leggerci: "E' indubbio del resto che la poesia a fronte di questo impoverimento del linguaggio travolto dalla velocità della comunicazione digitale, stia vivendo una stagione di rinascita" dice l'articolo, firmato solo da un anonimo "redazione Ansa", quasi a simboleggiare il pericolo di sposare nel nostro sistema teorie simili in prima persona.
"Liberare nell'aria il verso", "fare nell'ordine del poco e del niente, del quasi niente", "Poesia è anche il silenzio che precede e che segue il verso, silenzio che precede e che segue ogni parola dentro il verso. Silenzio dentro ogni parola"...cara Mariangela Gualtieri, solo un appunto: La musica nelle parole non è quasi impossibile, come dici tu, noi su internet lo facciamo da quando esiste internet, perché "non possiamo declamarla", come fate voi su un palco o in televisione. Un abbraccio, cara Poeta.

Chi vuole leggere l'articolo Ansa intero, lo trova qui:

Gualtieri e l'arte di dire la poesia

Le abbiamo chiamate così, per darle una interpretazione ancora più ampia delle arti figurative, perché in quale altro modo si può denominare una categoria nuova, attiva da oggi, che viene dedicata a tutto ciò di bello che la creatività umana può creare e che l'occhio ha la fortuna di cogliere?

Quindi non solo una rappresentazione di oggetti, persone o cose del mondo che ci circonda, ma una libera espressione dell'artista. Certo pittura, scultura, fotografia, ma anche astratto, colore, idea, anima e quante altre componenti si possono aggiungere alla potenzialità della creazione? Un castello sulla spiaggia, un origami,  una nevicata, lo sguardo di un bimbo, un turbine di colori. Non ci sono limiti né confini. Solo la nostra passione di raccontare e raccontarci nel modo che riteniamo più nostro e istintivo. E se anche questa non è poesia, ditemi voi, che cos'è?

Grazie alla cara amica Michela per l'idea, ne è valsa la pena questa giornata di lavoro e qualcosa ancora da sistemare, per arricchire il nostro spazio. E grazie  a voi tutti/e di esserci!

ABBIAMO DECISO DI METTERE IN PAUSA IL GRUPPO FACEBOOK, perché ha ormai esaurito la sua funzione primaria di comunicazione poetica e sociale nella quale crediamo e che ne aveva spinto l'apertura. Nemmeno in un mondo virtuale la realtà può essere ignorata: quando si costruisce una casa nei pressi di una discarica, non si fa certo l'ingresso sulla discarica, ma avevamo pensato che potesse essere un luogo di incontro, come l'anticamera di una realtà positiva. Con questo non vogliamo dire che Facebook sia una discarica, ma di certo non è più una realtà positiva.
Non si può crescere e confrontare arte e letteratura in una piazza che si trova agli antipodi del nostro amore per la poesia, un luogo che privilegia ed esalta la persona, mettendola al centro del mondo, ma di fatto soffocandola per controllarla e appiattirla. Una vetrina illusoria ed effimera e la manipolazione delle menti per fini puramente commerciali sono esattamente il contrario di quello che vorremmo. È anche successo che ultimamente qualcuno, più egocentrico e presuntuoso che artista, ci abbia scambiato per una piazzetta dove mettere il suo banchetto di novità, magari togliendo spazio a qualcun altro, o dar sfogo alla propria mania esibizionistica, senza la minima partecipazione o interesse per quello che gli stava intorno, e soprattutto per chi, in questa "piazzetta", lo ospitava.
Il tentativo di spiegarsi è finito con una porta sbattuta in faccia e la frase "Non voglio più sentire neanche l'odore dei tuoi gruppi", perché questo fa ormai il social nella sua costante involuzione dell'ultimo decennio: dandoti l'impressione di essere importante passa la nota livella su una società inerme e inconsapevole, rendendola egoista e insicura, modificando gradualmente regole e plasmando netiquette a suo piacimento in modo quasi inavvertibile per la gente, che si autoconsegna così automaticamente all'oblio futuro del nulla e alla raccolta di informazioni del potere.
La sensazione che ci si riduca a sopravvivere con e per un like è deprimente. È l'antitesi della comunicazione, alla quale si è sostituita in un ventennio la capacità di "influenzare" dei masters professionali di aziendale memoria. Oggi le tecniche si sono raffinate e lo dimostra lo spreco di cervelli a cui assistiamo quotidianamente. L'utopia finale, la maschera, della condivisione, in cui tutto si prende ma nulla si dà, comincia a dare i suoi frutti. Solo che qui non ci sono solo dei manager di mercato, ma un'umanità intera e una quotazione in borsa.
Per tutto questo, se qualcuno pensa che il mondo possa ancora essere diverso, ci potrete trovare su www.nuovapoesia.com.
Grazie.

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Non avete bisogno di un social per crescere e gustare la vita, vi basta un libro!

Buona lettura!

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Antonio Balia ha commentato Sulla strada, lentamente
A michela piace il commento su Tempo sospeso
A Cristiano Sias piace il commento su L'assoluto