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No Potho Reposare

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08/06/2024 11:08 #1 da Cristiano Sias
No Potho Reposare è stato creato da Cristiano Sias
Non è stato facile, ritornare nella...

Non è stato facile, ritornare nella mia terra. Nessuno qui mi ha teso una mano. Nessuno mi aspettava a braccia aperte, forse perché non c'è più nessuno. Già dai primi contatti, come sempre mi aspettavano le streghe dipoca, le sorelle disonestà, ipocrisia e cattiveria, notoriamente cieche come la dea fortuna. È stata dura. Ho sempre combattuto da solo, ma non so se ce l'avrei fatta senza il conforto dei miei figli lontani e la vicinanza immensa di una persona "esterna", la mia nuova famiglia.
Grazie, ora sono qui, nella mia isola, in tante battaglie ho ritrovato il luogo dove sono nato, le mie pietre, i miei orizzonti. Stavolta la posta in gioco era la vita. Mentre mi stavo spegnendo, dopo aver girato il mondo per decenni alla ricerca di qualcosa di cui ero stato privato, quando ormai disperavo di trovarla improvvisamente tutto mi è apparso chiaro: invece di cercarla negli altri, bastava che guardassi dentro di me.
Le braccia aperte adesso sono le mie. In silenzio.
Mi hanno detto: "Il paese non è più come prima, tutto è cambiato". Ho risposto: "Un luogo non cambia, esso si evolve immutabile nello sguardo e nel cuore. Voi siete cambiati.".
Pochi ascoltavano. Qualcuno si è offeso.

"Se ti addormenti con la voglia di vivere e ti svegli con la voglia di morire, prova a non dormire, prova a non svegliarti."

(Censurato da Facebook perché "viola gli Standard della community in materia di suicidio, autolesionismo e disturbi alimentari.")

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19/08/2024 22:43 #2 da Carmen Cantatore
Risposta da Carmen Cantatore al topic No Potho Reposare
Accogliete il mio ben trovati dopo un tempo molto lungo di assenza.
Cercherò di seguire anche se già so che non sarà facile, non ho ancora accesso al mio pc e spero che a breve potrò risolvere, vi abbraccio tutti, virtualmente.
Ringraziano per il messaggio: Nuovapoesia, Cristiano Sias

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29/12/2024 16:31 #3 da Gisella Ruzzu
Risposta da Gisella Ruzzu al topic No Potho Reposare
Capisco perfettamente il tuo stato d'animo e il tuo sfogo. A me succede la stessa cosa quando torno in Sardegna, attanagliata dalla nostagia, per un breve soggiorno. Vengo accolta con indifferenza, come una straniera, come un'intrusa o, peggio ancora, come una traditrice. Ma io non ho tradito nessuno. Furono i miei genitori a emigrare in Liguria, per motivi di lavoro, quando io ero bambina. I pochi anni vissuti a Castelsardo sono i più belli della mia vita. Li ho scolpiti nella memoria come se risalissero all'altro ieri. Proprio per questo la nostalgia della mia isola, a volte, mi travolge. Ma quando torno non trovo ciò che cerco. La Liguria non mi ha mai accolto; non è mai diventata la mia terra. Nonostante vi abbia trascorso quasi tutta la  vita, il mio cognome suscita ancora diffidenza. Se entro in un gruppo di persone,  mi sento sempre messa un po' in disparte. E la Sardegna, che non ho mai smesso di amare, mi accoglie con indifferenza. Insomma, sono senza patria e senza radici: sono un'aliena. Mi vengono in mente i versi di Vincenzo Cardarelli, estrapolati da una poesia su Tarquinia, la sua città natale lasciata da ragazzo: "Nessuno pensa o immagina/ che cosa sia per me/ questa materna terra ch'io sorvolo/ come un ignoto, come un traditore."
Gisella Ruzzu
Ringraziano per il messaggio: Cristiano Sias

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11/01/2025 19:54 #4 da Carmen Cantatore
Risposta da Carmen Cantatore al topic No Potho Reposare
Mi sto fermando in queste pagine che amo e che ho portato con me per tutto il tempo in cui sono mancata e trovo che sottili emozioni accomunano, difficile spiegare. Si comincia un cammino con un bagaglio di speranza e piano piano la si perde come da un sacco bucato.
Non perderò la positività necessaria per andare avanti ma sarò attenta alle emozioni che incontrerò.
Trovo delle comunanze con i vostri percorsi, ve ne parlerò strada facendo, cercherò di far tesoro di queste esperienze per non rimanere troppo ferita se la strada che ho davanti, ripensando Montale, sarà colma di "cocci aguzzi di bottiglia". Sono "felice" di essere rientrata...
Ringraziano per il messaggio: Cristiano Sias

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28/01/2025 12:34 #5 da Daniela
Risposta da Daniela al topic No Potho Reposare
Quest'Isola, terra amara, dolorosa coperta di velluti e broccati preziosi. La mia storia è quella di possedere un'anima apolide.
Nasco in provincia di Torino dove mio padre sardo e mia madre lucana emigrarono negli anni ruggenti dell'industria automobilistica, in cerca di lavoro e fortuna.
All'età di quattro anni sono stata "affidata" agli zii infertili (sorella paterna e coniuge) e quindi "consegnata" con un volo aereo nel giorno della festa di San Giuseppe in un paesino del sud ovest sardo. Ero per tutti un'aliena. Una piccola bimba ricciuta del "continente".
Tralascio i traumi infantili subiti per essere stata sradicata dal grembo materno e paterno per essere stata messa tra braccia surrogato di genitorialità, per altro una coppia di zii molto responsabili e coscienti, amorevoli a modo loro che mi diedero le prime istruzioni scolastiche (mia zia ci teneva tantissimo che arrivassi al primo giorno di scuola che sapessi già scrivere e leggere) e questo mi aiutò precocemente nella mia sensibilità di percezione degli altri e da tutto ciò che mi circondava.
Michela Murgia nei suoi precisissimi scritti che ci ha lasciato in eredità, descrisse molto bene la rete di relazioni familiari sull'accudimento dei "figli d'anima" pratica estesa in quegli anni e di cui io stessa sono testimone attiva.
Quest'Isola è stata un'insegnante ingiusta, rigida, severa e arida, moralista e matriarcale/patriarcale.
Con questo bagaglio all'età di otto anni, la mia famiglia originale mi ha ripreso con sé. Non sto a raccontare la sofferenza di una bambina che deve calcolare una spesa energetica per "ricominciare da capo" e riprendere in mano il ri-ambientarsi in un territorio diverso, frequentare una scuola progettata in un contesto di  modernismo, amicizie, bullismo (l'accento sardo era oggetto di scherno benché le inflessioni regionali erano diverse) insieme all'insorgere di patologie di natura psicologica segnata com'ero dall'abbandono precoce subito da parte dei genitori (o almeno quello è quanto avevo percepito) e poi lo strappo dagli zii che per quattro anni mi hanno cresciuta nelle prime fasi di vita, e successivamente rientrare in questa terra quando mio padre ha deciso di "mollare tutto" a Torino perché doveva tornare in Sardegna e questo solo dopo cinque anni dalle mie fatiche di inserimento a Torino.
Quindi ultima tappa della mia esistenza, sono tornata nel sud-ovest sardo, fra campi di carciofi, ulivi, mandorleti, vigneti e poi spiagge e mare ma anche fabbriche, tumori e bullismo scolastico e di piazza.
Mio padre scoprì amaramente di non essere più il fratello "benefattore" che dal continente aiutava i fratelli, scoprì che venire tre settimane in vacanza e che non bastavano a colmare la sua nostalgia di madre e fratelli, era stata la sua sola "febbre" ingannatrice perché una volta rientrato nulla era come quanto in vent'anni di lontananza e sacrifici da questa Isola aveva sognato.
I rapporti conflittuali, la gente omertosa, le serpi covate in otri buie. 
Nessuno che gli tendesse una mano, anzi la sua generosità di figlio fedele, onesto e operoso spesso venivano considerati scontati.
Per tutto ciò raccontato mi considero ancora oggi una nomade, non sento radici.
Nel tempo ho costruito anch'io la mia vita e la mia famiglia. Ma questa Terra  e la sua gente non riescono a soddisfare le aspettative di crescita e benessere dei miei figli e di tanti giovani ormai adulti che vivono ancora nell'assistenza affettuosa delle famiglie.
E' inesistente una politica degna di questo nome. Ma questo non è un luogo per fare politica.
Chiedo umilmente perdono per aver preso molto spazio sotto lo sfogo di Cris per raccontarvi di me, probabilmente un bisogno intimo di aprirmi per tanta sofferenza sedimentata, dato che un altro grande mistero di questa Terra è la diffidenza oltre che il silenzio, dove solo i venti hanno suono.
Grazie Cris e ben rientrato fra queste braccia matrigne, se posso darti un consiglio è quello di godere di ciò che le naturalezze di quest'Isola sono in grado di offrire. Perché se ti perdi in esse la tua anima riuscirà a lenire le tue aspettative ferite.
Un abbraccio e
Un caro saluto a tutti
D.
 
Ringraziano per il messaggio: Cristiano Sias

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30/01/2025 14:18 #6 da michela
Risposta da michela al topic No Potho Reposare
Ciao Daniela, non chiedere perdono per avere occupato lo spazio di questa pagina, hai fatto benissimo ad aprirti e buttare fuori tanta sofferenza. Ho letto e riletto il tuo post e ho aspettato a risponderti . Non ti conosco personalmente però ricordo che , tempo fa, ci eravamo scambiate l’amicizia virtuale su altri siti, ricordo anche di averti apprezzato per ciò che scrivevi, adesso ti ritrovo qui e ne sono contenta. Il tuo lungo sfogo mi ha fatta riflettere parecchio.
La tua storia personale , quel sentirti nomade senza radici, i rapporti conflittuali, la gente omertosa e quelle strade in salita , le serpi e il silenzio atavico che contraddistingue noi isolani è una caratteristica a volte pesante da digerire , soprattutto per chi, come te, non è rimasta sempre nello stesso posto. Il problema è, tu lo sai bene, sentire “nel sangue” l’appartenenza comunque all’isola, la sua voce ci appartiene, il suo sangue ci appartiene, il suo grido ci appartiene, la sua bellezza a volte selvaggia ci appartiene e come se avessimo sentito un tradimento il nostro allontanamento dalla “madre” che ci ha generati, vogliamo ritrovare, ad un certo punto della vita, le radici e riallacciare il cordone ombelicale. Purtroppo, quando il bisogno di quelle radici diventa forza vitale e si ritorna dopo tanto tempo, ci aspettiamo di ritrovare ciò che abbiamo lasciato così come era conservato nei ricordi, ma il trascorrere del tempo è impietoso, tutto cambia e tutto si evolve e non sempre positivamente. Gli affetti di una volta non ci sono più, quello scoglio che amavamo non c’è, quella pineta sul mare adesso è soffocata dalla gente, spiagge meravigliose adesso sono piene di hothel e case di lusso. Tutto è diverso! Cosa fare allora per curare le aspettative ferite?
Me lo sono chiesta spesso ultimamente.
Il tuo consiglio rivolto a Cris (mio amico reale), sento di rivolgerlo anche a te. La Sardegna è un’isola meravigliosa e ascoltare il suono dei suoi venti può diventare una musica armoniosa se si accettano il nostro essere cambiati e la staticità di chi non si è mai allontanato. Le radici, comunque sono ben radicate, basta innaffiarle di tutte quelle cose belle (arte, bellezza, poesia, natura , ascolto ecc) che la vita può offrire, dimenticando ciò che ci ha fatto soffrire.
Dai Daniela, sento che ce la farai, vieni qui quando vuoi, ti aspettiamo
Ringraziano per il messaggio: Cristiano Sias

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31/01/2025 11:22 #7 da Cristiano Sias
Risposta da Cristiano Sias al topic No Potho Reposare
Vi ho letto, attentamente. L'emozione (o è il solito bruscolino in un occhio?) fa inciampare le parole. Cerco banalmente e semplicemente di rimettere i piedi per terra. Mi viene in mente, strane associazioni di ricordi, un dialogo finale del film Rambo 2 fra John Rambo (Sylvester Stallone) e Il colonnello Trautman (Richard Crenna):
_ ...forse è stato uno sbaglio, ma non è una ragione per odiare il proprio paese.
_ Odiarlo? Morirei per lui.
_ Ma allora, che cosa vuoi?
_ Io voglio, loro vogliono, e ogni ragazzo che è venuto fin qui (omissis) e ha dato tutto quello che aveva vuole...che il nostro paese ci ami quanto noi lo amiamo.

Grazie.

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