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Con "Nudo di Poeta" si chiude il biennium terribilis di Cristiano Sias, che ha visto la pubblicazione di poesie nel cassetto, un poema epico, un romanzo "quasi omonimo" e lo studio storico-letterario bilingue su Nostradamus.
La poesia di Cristiano Sias ci sorprende sempre: dall'espressionismo istantaneo e la protesta a questa sorta di "nudismo poetico", non del corpo ma dello spirito, chi credeva di conoscerlo può trovarsi spiazzato nell'alternanza di versi liberi, rime in metrica e temi contrapposti, in un miscuglio di immagini che ricorda la confusione contaminata e contaminante del quotidiano.
La presa di posizione contro certe posizioni "letterarie", in cui abbonda e ridonda l'aggettivo "molto", nell'indifferenza della normalità essenziale, è però netta:
"In corrispondenza della voce Poesia leggo su Wikipedia che Il concetto di poesia oggi è molto diverso da quello dei modelli letterari; molta della poesia italiana contemporanea non rientra nelle forme e nella tradizione, e il consumo letterario è molto più orientato al romanzo e in generale alla prosa, spostando la poesia verso una posizione secondaria. Trovo questa affermazione - che è più adatta a un post da social che a un serio sito enciclopedico, il quale dovrebbe evitare di mischiare arte e consumismo - estremamente vergognosa, oltre che offensiva. Sarebbe come dire, indipendentemente dal valore intrinseco, che una perla è in una posizione secondaria rispetto alla bigiotteria, perché gli adolescenti acquistano prevalentemente la seconda rispetto alla prima e sempre meno persone sono in grado di riconoscere una vera nella moltitudine di perle artificiali o d'allevamento. È certo peraltro che il giro d'affari del settore moda e accessori sia più pubblicizzato e superiore rispetto a quello delle perle.
Tutto questo è sciocco, e indicativo della società in cui viviamo, in cui ogni cosa diventa un bene di consumo, con l'ignoranza critica e culturale giunta a livelli mai così bassi. È quello che l’etica deviata di sistema cerca inutilmente di imporci, finendo regolarmente vittima di se stessa. Non si può vivere in un mondo di alberi senza foglie, mari piatti, montagne senza cime. Il tempo, sia in un secondo, sia in mille anni, non smetterà mai di insegnarci che l’uomo ha bisogno di riferimenti e comunicazione, non di venditori, imbonitori, padroni o tutori.
E anche se in troppi l’hanno offesa e tradita, umiliata e relegata in un angolo, la Poesia non sarà mai in una posizione secondaria. (C.Sias)".
Nuovapoesia
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