io vi protendo le mani imploranti
in cerca di pace
e sento palpitare il mio cuore
che si strugge
per un sentimento
che fugge
lontano da me.
Anch’io ricordo.
Quali e quante immagini affollavano la mente. Ero imbrigliato in una spirale, in un turbinio di ricordi, in un vortice di pensieri.
Una tempesta dell’animo, un uragano di sentimenti, travolgevano il mio essere.
Mi ripetevo ossessivamente: chi sono, chi sono stato, cosa sarò?
Contraddizioni, incoerenze, amore, risentimenti, fortuna-sfortuna, gioie-dolori.
Poi all’improvviso fui pervaso dalla quiete, dalla bonaccia.
L’animo tormentato si acquietò e dolce il ricordo lo inondò di una marea di visioni liete e serene.
- Ho vissuto una felicità estrema al fianco di una dolce, tenera ed affettuosa compagna. Felicità estrema…all’ultimo limite più oltre non si poteva. La morte che stronca il bene e il male, il seducente e l’arduo dell’esistenza, ha reciso una vita a me tanto cara ed ha distrutto la mia, senza spezzarla ancora. -
L’immagine di Liliana evocata dalla rimembranza, chiara e nitida nei contorni, mi apparve d’un tratto, stagliata sul soffitto di quella squallida camera…
Metamorfosi di immagini … Test di Rorschach… Macchie di umido… Larva… Volto di donna… Giochi d’ombre sui muri… Il volto della morte… Il volto dell’amore… Il volto della mia donna.
Sentii stringermi il cuore e fui preda di una profonda sofferenza, assalito da una amara considerazione: - la debolezza del mio coraggio cedeva alla forza della mia viltà, la stima di me veniva ora sopraffatta dalla fralezza dell’animo umano
Mi scoprii d’un tratto protagonista della disfatta o fautore del mio trionfo. La morte mi aveva strappato all’affetto Liliana, ma da lei era sbocciata la vita: i miei figli.
Ero rinvigorito da una ritrovata forza d’animo, da una prorompente voglia di vivere e di reagire. D’un tratto mi sovvenne l’invito di Liliana implorato durante la sua agonia: - Aiutami a morire - ella aveva detto. Lasciando libero sfogo alla commozione pensai ai nostri ragazzi. Essi avevano ancora bisogno di noi, del dolce ricordo della madre e della presenza del padre.
- Bisogna dar loro esempi positivi - dicevo a me stesso – ho insegnato loro il valore del coraggio e non la viltà.
Parlando ad una presenza agognata, ma non esistente se non nell’universo della speranza e della fede, rivolgendomi a colei che ormai non c’era più e il cui spirito sentivo alitare in quella tetra camera, sussurrai: - Aiutami a vivere -
Il bisbiglio uscii dalla gola come un urlo sibilante di disperazione.
Sentii sorreggermi fisicamente. Qualcuno mi sosteneva cingendomi i fianchi con le sue braccia; mi aiutava a rialzarmi.
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