LORAK

 

 Nel bosco dell’instabilità

 le foglie sono schiaffi di morti

 sulla faccia coperta di brina.

 

 Certi alberi si spezzano le braccia

 invitandoti verso la cima.

 Mentre l’insolente lima di ghiaccio

 taglia catene d’aria, ogni suono

 è una spina e tutti ripensano

 a domani mattina e tutti dicono

 - io non ce la faccio! -

 e tutti

 

 GRIDANO

 

 che ti devi rampicare piano

 stringendo i coltelli conficcati al contrario

 contando i centimetri come un rosario

 perché se niente è più come prima

 il dolore cresce come un fischio

 spingendoti a guardare lontano.

 Il sangue gocciola sul muschio della fede

 nelle schiene che se ne stanno andando.

 

 Fino a quando ti lasci planare

 fra le carezze dei baci di sole

 alla densa calma delle nostre pene.

 


 

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