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Mi dicono
sei polemico
sei pesante
un errore mitico

anche eccentrico

uno dei senzadio
che svaniscono come l'aria
quando è vicina
e distante.

Vorrebbero mi chiedessi:
allora chi sono io?

Volo sulle passioni
decidendo quanto pesare
so essere più lieve
di una brezza
o piombare sulla testa
come una montagna di sale
e sfidandole le irrido

ammirandole, le sfioro.

Sono alcune lisce
come i fianchi di una donna
altre tortuose e ingannevoli
come caricature di carnevale.


Mi urlano
sei un illuso
e ogni volta che amo
ogni volta che muoio

li riconosco nel coro

tutti con l'ostia di Dio
sulle seggiole d'oro
il culo  senza occhi
sordi ad ogni richiamo.

Dunque chi sono io:
una speranza o una memoria?

Tra la mia pelle
e la loro
sono carezze sibilanti
appuntite come coltelli
ogni piccolo graffio una vittoria
gocce di sangue come sorelle
sogni come fratelli

unica sposa, la morte.

Vivo la vita fra i baccanti.
Non ho gloria, solo cicatrici
non ho amici
solo persone che ho deluso.

E' tutta qui
la storia.

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