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Scritto da Cristiano Sias. Pubblicato in Prosa il 02 Mag 2016.
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ilguardiano.jpg

Il Guardiano delle Parole cammina in una strada bianca e silenziosa. Così angusta e distesa sui colli, si offre serena al sole del mattino. La discesa è ruvida e discreta, impennandosi un poco e scomparendo più avanti in un bosco scuro, turbata appena da pani di pietra gialla e ciuffi d'erba talmente verdi da sembrare finti. I suoi passi non fanno rumore. Visto da vicino il bosco è ancora più grande e cupo. A valle si intravede la pianura separata da file di cespugli e dai sassi dei muretti. Né una casa, né un traliccio a ricordare la presenza dell'uomo. Anche i muretti sembrano il disegno di un poeta-pittore e neanche sforzandosi si riesce a immaginare altro che quella strada tortuosa in questo luogo senza tempo.

Forse è sempre esistita così, come un respiro fra salici e rododendri, un pigro sorriso che invita il viandante ad andare fino alla prima curva, poi ancora fino alla successiva. Ogni curva è un allegro attimo di vento che sospinge e va via, invitandoti a seguirlo. Se non si scorgesse il mare lontano si potrebbe pensare che la strada non finisca mai. Al di là del bosco, lo sguardo si allarga su una distesa verde macchiata di parole nuove come fiori cangianti e parole vecchie dall'alto e rugoso fusto. Lui ama camminare in questo tiepido miscuglio di colori e sensazioni. Anche i pensieri gli vengono alla mente come quelle figure dei libri di scuola con i contorni marcati e pronte per essere colorate. Procede senza fermarsi, senza mai distogliere lo sguardo da quelle tinte magiche. La campagna gli restituisce grata immagini di una bellezza lieve contornata da un cielo azzurro e violento. Le nuvole scaturiscono dalla polvere bianca, fra i papaveri accesi dal sole come esseri mutanti fra sangue e amore. E' ora di rientrare. Al ritorno i prati sembrano altri prati e la luce del sole è più sapiente. I suoi passi sono più lenti, quasi a prolungare al massimo il piacere come un amante raffinato. Ama questi luoghi, un giorno anche lui andrà fino a quell'ultima curva e si siederà sulla spiaggia. Ma il mare è ancora troppo lontano, il ladro potrebbe essere nascosto dietro ogni pietra, ogni cespuglio. Il Guardiano si scuote, apre la sua sacca consumata e comincia a seminare come ogni giorno un centinaio di parole: sa bene che il ladro è sempre in agguato e lui deve sorvegliare attentamente. Egli agirà rapido e silenzioso, non potrà portarne via più di qualcuna, forse una decina, nel suo piccolo cestino. Il peso ne potrebbe rallentare la fuga.

Il ladro di parole è un grande stratega, un vero comunicativo. Le porterà nel suo appartamento inaccessibile, esponendone solo alcune dal suo balconcino affinché tutti possano ammirarle, invidiarle, imitarle. Quelle due o tre basteranno per i suoi contatti col mondo, per la conoscenza e il controllo delle sensazioni degli altri. Come ogni giorno, il tempo sembra fermarsi, gli uccelli si posano e un fremito leggero percorre il prato. In quell'incanto l'attesa viene premiata e la voce del Guardiano risuona nella valle, la sola eco a farle compagnia. La solita canzone, ogni giorno...sempre la stessa:

 

Parole

figlie di fantasia

acerbe sempre in piedi

amiche ignote che sfuggite di mano

profane che partorisco in fretta

all'alba rossa sempre mi deludete

oscure di pace e cultura

parole di troppo senza sesso

meditate e feconde

colte in un vicolo

disperse nell'aria

per un sorriso o un respiro

un'idea o un amore.

 

Parole amate ditemi: qual'è il paradosso del nostro tempo?

In coro si leva la risposta: nel silenzio...ci salveremo.


Cristiano Sias

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Avatar di michela
michela ha risposto alla discussione #1 03/09/2022 10:57
“Il Guardiano delle Parole”
Già dal titolo , dove “Guardiano” e “Parole” sono state scritte con lettera maiuscola, fa riflettere e pensare all’importanza e al significato che l’autore dà a questi segni. Non sono state scritte a caso ma s’intrecciano per ragioni ideologiche , un’enfatizzazione quasi che sfida l’età moderna che, tra le molte sue ribellioni, ha avuto anche quella contro le maiuscole.
La difficoltà della “semina” delle parole (….in una strada bianca e silenziosa…. , …..così angusta….. ,…… Né una casa, né un traliccio a ricordare la presenza dell'uomo. Anche i muretti sembrano il disegno di un poeta-pittore e neanche sforzandosi si riesce a immaginare altro che quella strada tortuosa in questo luogo senza tempo. Ma….. lo sguardo si allarga su una distesa verde macchiata di parole nuove come fiori cangianti e parole vecchie dall'alto e rugoso fusto. Lui ama camminare in questo tiepido miscuglio di colori e sensazioni……., …..fra sangue e amore…..), non scoraggia il guardiano.
L’importanza delle parole dunque e un guardiano che le protegge, le culla, e le semina, sottraendole al ladro , un manipolatore che potrebbe essere identificato con i tanti social dove, l’essere umano , isolandosi dal mondo, riversa i propri pensieri non lasciando che lo scorrere di pagine, a volte insignificanti, “……in un luogo senza tempo…” lasci un segno, “…..un traliccio a ricordare la presenza dell’uomo…..”.
Cosa ho percepito da questo topic?
Delusione, sofferenza (quasi fisica), mancanza di dialogo . E qui mi rifaccio al post di Ester (6/5/2016) su cui sono d’accordo “….le parole servono per comunicare, la Poesia è l'emozione che il Poeta ci trasmette attraverso parole, dette o scritte, ma sempre davanti ai nostri occhi, non nascoste sotto il moggio”.
Il Guardiano, secondo me , “….non è geloso delle parole che semina e che nascono e crescono soltanto nel suo prato….” , vorrebbe soltanto che quei semini dessero frutti visibili in un prato collettivo dove tutti ne possono godere il profumo e il loro sapore e non per mera gratificazione personale ma, semplicemente, perché ama quei semini al punto tale che li salva nel grembo del “….silenzio:::”, proteggendoli dai furti.
Ci salveremo nel silenzio?
Su questo non sono d’accordo!
Il paradosso del nostro tempo non ci deve spaventare , le parole non “….si devono disperdere nell’aria….” . Non ci salveremo nel silenzio, soprattutto oggi che è necessario comunicare, parlare, confrontarsi e prendere delle decisioni, nessun coro di massa può zittire la parola, neanche se la massa stessa e la presenza si riducono a tre/quattro persone.
Non abbiate paura di raccogliere semi, nessuno giudica, la presenza evita che “ semi di parole” si disperdano su pagine che non hanno senso a discapito di altre pagine importanti per il confronto , il dialogo e l’apprendimento.
Spero di essere stata chiara e vi aspetto numerosi su “nuovapoesia”.
Forum sia.
Avatar di michela
michela ha risposto alla discussione #2 31/08/2022 23:51
"....nel silenzio...ci salveremo"?
molto interessante l'argomento trattato che momentaneamente metto nel "freezer" (considerata l'ora e la stanchezza della giornata); vale la pena di ritornarci e leggerlo con attenzione diverse volte tenendo conto anche di alcune considerazioni interessanti di Ester.
A domani
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