Cosa dovrei dirti ancora?

La navigazione ha consumato il vento

e le vele dell’albero maestro

-consunte di schiuma-

urlano dolore e morte.

Se per nasconderti allo sguardo

hai virato dalla rotta

-verso l’oscurità del cielo-

ricordati dell’ormeggio, del vispo mattino.

Non abbandonarti alla luna insonne

e attendimi oltre quel riparo;

alle maree silenziose stendi la mano

e porgi l’orecchio allo sciabordio dell’onda.

Ti attenderò un attimo ancora

 nascosto tra le pieghe del giorno

quando il cielo è fermo

e il mare calmo.

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