Hai guardato fuori?
Non passa nessuno.
È mezzora che guardo le alture
e non è passato nessuno.
Come a casa mia.
Bevo una tazza di caffé
lentamente, giro il cucchiaino
per sciogliere lo zucchero già sciolto
spostando solo il gomito nudo
da una chiazza di sudore
a un'altra, e ogni volta sono diverse.
Come le nuvole, che sembrano figure
ma oggi non ci sono neanche loro.
L'unica diversità in questa mezzora
sono quelle chiazze di sudore.
Accendo una sigaretta, poi un'altra
giro il cucchiaino nella tazza vuota.
Perché uscire se fuori è come casa mia?
Per guardare i muri e gli alberi
un cielo troppo bello per essere bello
o un gatto più triste di me
perché lei non l'ha atteso?
L'unico diverso in questa mezzora
di ineluttabile follia
è l'invisibile sereno che sono io.
E forse un sogno può succedere.
Almeno qui ti posso immaginare,
non passa il tempo e questa eternità
ingiallisce solo di fumo sospeso
anche lui ribelle, figlio della cenere
dalla mano fremente che carezzo
perché ti ha carezzata
tremante, la pelle.

(C.Sias 28/07/22)

 

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