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FAMIGLIA NUMEROSA

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29 Sep 2022 18:50 - 03 Oct 2022 21:33 #1 by michela
FAMIGLIA NUMEROSA was created by michela
Vi piacerebbe condividere pezzetti della vostra vita di quando , da piccoli, combinavate pasticci più o meno pericolosi? Raccontatecelo su queste pagine se vi va.

Io sono vissuta in una famiglia numerosa con i suoi vantaggi e svantaggi.

Qualcuno sa per esperienza personale (o per sentito dire), quanto sia difficile vivere in una famiglia numerosa, può essere un’opportunità o un incubo.
Per quanto mi riguarda, oggi posso dire che è stata un’opportunità meravigliosa anche se non sempre sono state rose e fiori.
Credo che, spesso, a tutti noi piace ricordare alcuni passaggi della nostra vita , raccontando, a figli e nipoti, come eravamo , non trascurando di menzionare fratelli e sorelle, nonni , parenti e amici, soffermandoci su alcune marachelle nostre quando eravamo piccoli, più o meno pericolose.
L’ingenuità, tipica dei bambini di una volta (purtroppo oggi , a causa della routine giornaliera ferrea, ricca di mille attività diverse, ha fatto perdere in loro l’incanto dell’ingenuità, in una società disincantata che non crede più nei sogni), quella linea di confine tra il possibile e l’impossibile da sembrare magica , faceva sì che si credesse a tutto (positivo o negativo?).
Sicuramente anche a voi sarà capitato (almeno ai cinquantenni di oggi) , quando eravate piccoli di credere all’esistenza di babbo natale, ai morticini, alla befana, alla cicogna, o, non capire perché la mamma avesse quel pancione.
Vi confesso che io ero molto, ma molto ingenua , tanto da avere la convinzione che la causa di quel “pancione” non era altro che moltissimo cibo ingerito. E mi arrabbiavo pure! Pensavo che lei mangiasse tante cose buone di nascosto, senza pensare di darne anche a noi figli.

Ricordo mia mamma sempre con il pancione, (cinque figlie in sei anni, più altri tre maschi dopo!). Quando si avvicinavano le doglie, puntualmente tutti noi bambini venivamo buttati fuori, Quello era il momento più bello per me, Mi organizzavo e , sul balcone di una vicina della casa di fronte, facevo sedere tuti a terra, invitandoli a stare con il naso all’insù così avrebbero visto la cicogna che avrebbe portato il nuovo bambino. Tutte le volte una grande delusione! Spiegavo a loro e a me stessa che sicuramente la cicogna , trascurando l’ingresso principale, aveva bussato ad una finestra sul retro della casa. Accoglievo comunque con grande gioia il nuovo o la nuova arrivata fino a quando…
Questa è un’altra storia e, a proposito di marachelle o incoscienza infantile, quella volta ho rischiato grosso.
Avevo circa cinque anni (o sei, non ricordo), già allora non ero un angioletto ma una ribelle, pronta a battermi contro qualunque cosa ritenessi un’ingiustizia anche se, le ingiustizie , o quelle che ritenevo tali a quell’età, venivano perpetrate nei miei confronti dalla famiglia.

In modo particolare ricordo un inverno, un giorno che ricorderò per tutta la vita. Mio padre a letto con la febbre alta, altri tre bambini in giro per casa oltre me , quattro piccole monelle scatenate, che non capivano perché dovevano stare tranquille. Mia madre (di nuovo con il pancione), ad un certo punto della giornata, si sentì costretta, perché aveva urgenza di uscire, di affidarmi la frugoletta più piccola, poco più che una neonata. L’avvolse nelle sue morbide copertine, mi fece sedere su una piccola seggiola e mi intimò di non alzarmi fino a quando lei non fosse tornata. Così feci, me ne stetti lì tranquilla, sperando che quel batuffolo che avevo tra le braccia non si mettesse a piangere.

Ma quando mai!

Quella piccola streghetta, dopo pochissimi minuti iniziò a piangere, a nulla valse la ninna nanna che le cantavo (quella che cantavo anche alla mia bambola preferita), gli strilli si fecero sempre più forti man mano che passavano i minuti, così, non potendone più, mi alzai di scatto, aprii la porta e la buttai dalle scale. Per fortuna gli scalini erano pochi e la bambina fu salvata da quelle copertine, mia madre gliele aveva attorcigliate addosso tipo salamino. Le sue strilla, attirarono l’attenzione di mio padre che, nonostante febbricitante, si alzò immediatamente, corse giù dalle scale e prese la bambina tra le braccia che non smetteva di piangere. In tutto questo trambusto ,accadde una cosa tragico/comica, a mio padre caddero i mutandoni, così rimase nudo dalla cintola in giù mostrando ciò che era considerata una vergogna, quella vergogna, all’improvviso, fu per me una scoperta, cominciai a ridere a più non posso, non riuscivo a capire cosa fosse quel campanello. Scoprii così come era fatto un maschio .

Certo, dopo me la sono vista brutta, non mi sono potuta sedere per una settimana!

Quando racconto questo fatto accaduto ai miei nipoti pensano che è una storia inventata, una specie di fiaba come quelle che sono abituata a scrivere. Mi capita spesso di intingere la penna nei ricordi legati alla mia famiglia e, per fortuna, non sono drammatici come quell’episodio.
L’orgoglio di appartenere ad una meravigliosa famiglia numerosa, è cresciuto con me sempre di più. La quotidianità di quella famiglia numerosa, l’allegria sul lettone quando mia mamma ci leggeva libri importanti prima di andare a letto, le fiabe di mio padre vere o inventate sul momento, una tavolata di dieci persone tutti i giorni, nei miei ricordi, sono spaccati di vita di straordinaria bellezza.
Last edit: 03 Oct 2022 21:33 by michela.

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